«Trasporti più efficienti e sostenibili»

Il programma di Stefano Messinese, candidato sindaco del M5S. Dai treni a idrogeno agli asili delle mamme
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Il Movimento 5 Stelle torna alla sfida delle urne al termine di cinque anni passati all’opposizione. L’avventura elettorale, alle elezioni comunali di Belluno dell’11 giugno, è affidata a un candidato che è già stato in consiglio comunale in passato: Stefano Messinese.

Perché si candida a sindaco?

«Dopo un lungo periodo di stand by, nel Movimento 5 Stelle ho ritrovato tanti valori in cui ho sempre creduto, a partire da un ambientalismo moderno e di buon senso. Il movimento si sceglie i suoi candidati senza imposizioni dall’alto e ognuno viene valutato su credibilità e coerenza. Marchese e Lanari hanno fatto un’esperienza molto positiva, ma ora devono concentrarsi sul lavoro e la famiglia e io ho più tempo libero di loro. Inoltre mi sono rotto le scatole di vedere i soliti “culi di pietra” attaccati alle istituzioni, è ora di un rinnovamento vero».

Il vostro programma dedica ampio spazio alla mobilità. Qual è la vostra proposta?

«Ogni tema è calibrato e coerente con uno sviluppo sostenibile. Pensiamo ai treni: il bellunese è mal servito e in ritardo sull’elettrificazione, ma nel frattempo altrove hanno già sperimentato i treni a idrogeno, che non hanno bisogno di infrastrutture costose e lunghe da realizzare. Io credo che dovremmo considerarli, oltre a sfruttare al massimo quello che c’è già».

Quale proposta fate per il turismo?

«Oltre a puntare su un turismo sostenibile e consapevole, noi vorremmo realizzare un ostello. Gli edifici che più adatti ci sembrano il vecchio albergo di via Loreto, o l’edificio che si trova a Borgo Piave vicino al parcheggio lungo l’Ardo. Belluno è di una bellezza straordinaria, potrebbe essere un resort a 5 stelle e se i trasporti pubblici funzionassero io credo che molti verrebbero a vivere qui pur lavorando lontano, oltre che in vacanza».

Cosa pensate di fare per il sociale?

«Molto si fa già ma tutto è migliorabile. Penso che servano più asili nido e materne, e che debbano essere pubblici. Ci sono però circostanze particolari e noi pensiamo sia giusto, anche per sviluppare posti di lavoro, creare gli “asili delle mamme”, naturalmente dopo un percorso di formazione, con norme precise e in spazi adeguati. Per gli anziani vogliamo incentivare nuove forme di assistenza per permettere alle persone di restare a casa il più possibile. Pensiamo anche a delle residenze assistite per i casi intermedi, mentre la casa di riposo dev’essere l’ultima soluzione. Lì vanno tutelate le coppie, che di solito vengono separate. Tutto si innesta in un ripensamento della sanità, che non deve essere solo cura del malato, ma impegno a favore della salute psicofisica delle persone».

Qual è la sua posizione sui vaccini?

«Le istituzioni devono essere laiche, la cosa più sbagliata da fare è la costrizione. Si diano strumenti informativi corretti e si lascino i cittadini liberi di decidere, tranne in casi clamorosi di pandemia. Perché siamo passati da 4 a 16 vaccini? Io credo che nella sfera etica lo Stato non dovrebbe intervenire; perché si permette l’obiezione di coscienza sull’aborto e si rendono obbligatori i vaccini?».

Parliamo di urbanistica.

«Il territorio va preservato, quindi basta consumo del suolo. Belluno è più che satura, è pieno di case sfitte. Va fatta una grossa operazione di riqualificazione che potrà rimettere in moto l’economia. E poi, finalmente, va fatto il Pat con una moratoria sulle nuove edificazioni. Pensiamo a un database sugli immobili vuoti e a uno sportello casa che risponda alle esigenze abitative impellenti (emergenze, giovani coppie) aprendo al patrimonio immobiliare privato».

Cosa pensate di fare per il commercio e l’artigianato?

«Crediamo che un sistema di incentivi e disincentivi possa dare nuovo impulso. Ad esempio: chi lascia un negozio vuoto (come una casa) paga il massimo in tutte le tariffe e viceversa».

Rifiuti, servono cambiamenti nel sistema?

«Quello avviato a Belluno ha funzionato bene, ma si può migliorare cercando di ridurre ancora il residuo secco. Crediamo sia necessaria l’introduzione della tariffa puntuale, anche per premiare chi si impegna di più e vorremmo dare il bollino verde ai commercianti che vendono prodotti sfusi e shopper riciclabili. Un pensiero a Lucicesare (Bellunum), perché non si è dimesso anziché sospendersi?»

Qual è la vostra politica sugli immigrati?

«Nel movimento ci sono due frange, io sono per quella più disponibile alla mediazione. In questo campo a Belluno si è lavorato bene, proseguiremo così, seguendo i principi della Cassazione, con una correzione: gli immigrati si adeguino alle nostre leggi, più che alle tradizioni».

Voi puntate molto sulla partecipazione.

«Sì ma che sia vera. I cittadini devono essere protagonisti delle scelte di governo diventando attori, sceneggiatori e scenografi, mentre il Comune dev’essere regista e attrezzista. La nostra qualità della vita è elevata, ma questo non significa vivere in un mortorio. Dobbiamo fare in modo che i giovani restino offrendo loro servizi e spazi di creatività. Infine basta con i contributi a pioggia: il Comune deve aiutare solo le realtà che fanno cose importanti come Oltre le Vette o l’Ex Tempore».

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