Trasporto locale, i piccoli comuni sempre più isolati

I sindaci bellunesi sono molto preoccupati per l’assenza del servizio. Luchetta e De Pellegrin: «Si accentua un disagio esistente»

BELLUNO

I piccoli comuni del Bellunese sono preoccupati per la mancata ripartenza del servizio di trasporto pubblico: «Rischiamo l’aumento dell’isolamento dei nostri territori».

Grande è la difficoltà dei sindaci che da un lato raccolgono le esigenze dei loro cittadini che chiedono di avere almeno un paio di corse extraurbane per andare nei comuni più grandi e dall’altro si vedono le mani legate perché da Dolomitibus arriva ogni giorno la nota dolente dei conti della società che rischia il deficit.

La situazione inizia a diventare insostenibile. E se la Provincia nelle settimane scorse ha chiesto a tutti gli amministratori di inviare una lista dei desiderata dei cittadini per quanto attiene al trasporto pubblico locale, le esigenze messe nero su bianco sono rimaste ferme sulla carta.

«I cittadini mi chiedono di riattivare delle corriere per potersi muovere sul territorio», dice Camillo De Pellegrin , sindaco di Val di Zoldo. «Serve almeno una corsa al mattino che faccia rientro al pomeriggio. Dal 18 marzo siamo completamente isolati dal resto della provincia, mancando qualsiasi forma di collegamento tramite il trasporto pubblico. Ho sollecitato il presidente della Provincia», sottolinea ancora De Pellegrin, «in quanto ente di governo del trasporto, di avviare delle linee, ma ancora non abbiamo visto nulla. Capisco il momento difficile di Dolomitibus, ma qui rischiamo di creare disagio su disagio. E poi non lamentiamoci se siamo isolati e la gente va via».

Anche il primo cittadino di Santa Giustina, Ivan Minella è preoccupato. «Per quanto riguarda la linea Pedemontana che collega Cesiomaggiore a Feltre, San Gregorio e a Santa Giustina noi siamo fermi al palo da mesi. Eppure si tratta di una linea importante che collega la periferia a centri grossi. Di questa avremmo proprio bisogno», dice Minella che conclude evidenziando che «è necessario che riattivino le corse cercando un bilanciamento tra le esigenze dei cittadini e quelle della società. Ma dobbiamo riaprire».

«In questo momento garantire il minimo del trasporto pubblico è fondamentale», ribadisce il concetto anche il sindaco di Vallada Agordina, Fabio Luchetta. «Soprattutto le vallate devono avere almeno un servizio al mattino e uno al pomeriggio-sera, lo dobbiamo alle nostre popolazioni. Quindi ci attendiamo un minimo di apertura da parte di Dolomitibus».

Anche Dario Scopel, sindaco di Seren del Grappa evidenzia che molte zone restano ancora scoperte, che è necessario riavviare i collegamenti, anche se nella sua veste di consigliere delegato provinciale «non posso non comprendere le difficoltà della società».

Anche gli amministratori locali sono in difficoltà come sottolinea Jacopo Massaro che si aggiunge al coro di richieste di ripartenze del tpl. «Belluno è in grande difficoltà perché ha assoluto bisogno della ripresa dei servizi. Molti cittadini ci chiedono la riattivazione delle linee urbane per poter accedere al centro dalle frazioni, mentre i lavoratori chiedono un collegamento con tutto il territorio. Il ritorno alla normalità implica che il servizio di tpl funzioni in modo quasi ordinario», dice Massaro che conclude evidenziando che «anche i comuni sono in grande crisi per le migliaia di cose a cui dobbiamo far fronte, non solo Dolomitibus. Se lo Stato e anche la Regione mettessero più risorse tutti, sia i comuni che il trasporto, potrebbero ripartire meglio». —

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