Traumi, al San Martino 100 gravi casi all’anno

Il numero più alto rilevato tra tutte le terapie intensive italiane e del Veneto Il 40% dei ricoveri è dovuto a trauma cranico. Ma la mortalità è bassa
ospedale san martino
ospedale san martino

BELLUNO. L’ospedale di Belluno è il primo avamposto in montagna nella gestione del trauma. Il tutto grazie alla capacità diagnostica e terapeutica e alla disponibilità h 24 della chirurgia generale, ortopedica, urologica, dell’otorinolaringoiatra, oculistica, neurochirurgica, del centro trasfusionale e del laboratorio analisi. Lo dimostra il Gruppo Italiano per la valutazione degli interventi in Terapia intensiva (GiViTi) dell’Istituto Mario Negri di Milano, che monitorizza da anni più di 150 terapie intensive in Italia (erano 167 nel 2015).

L’importanza dell’ospedale di Belluno per la gestione del trauma è legata alle attività lavorative, sportive e turistiche della zona: dal lavoro agricolo a quello nei boschi, dall’attività sciistica (24 gravi politraumi provenienti dalle piste di sci tra il 2015 e il 2017) agli sport estremi (arrampicata, parapendio) e non (escursionismo in montagna a piedi, con gli sci ed in bicicletta), ma anche alla presenza di un gran numero di motociclisti e ciclisti sulle strade di montagna.

Dal 2004 al 2015 la Rianimazione di Belluno ha ricoverato più di 100 gravi traumi all’anno, con l’eccezione del 2010 e 2011. Nel 2015 la percentuale di traumi sul totale delle ammissioni nel reparto è molto più alta e quasi doppia rispetto alla media delle terapie intensive aderenti al GiViTi sia italiane che del Veneto (22-23% contro 12-13%).

Il trauma cranico è presente nel 40% di tutti i traumi ricoverati nella Rianimazione di Belluno, associato spesso a emorragia subaracnoidea, ematoma subdurale e contusione cerebrale. Queste lesioni, anche quando non inducono il coma, sono ad alto rischio evolutivo e richiedono monitoraggio, capacità tempestiva diagnostica e di trattamento possibile solo in un ospedale dotato di Neurochirurgia e di una Rianimazione con competenze Neurointensive, come quello di Belluno.

Ma qual è il livello di assistenza e l’esito dei gravi politraumatizzati ricoverati a Belluno ? Tramite un modello realizzato dal GiViTi si può stabilire il rischio di morte in ospedale del paziente in base alle sue caratteristiche. E negli anni 2014, 2015 e 2016 la Rianimazione di Belluno è in media nazionale per quanto riguarda la mortalità osservata. Nei più recenti dati elaborati dal GiViTi, quelli del 2016, su 102 gravi politraumatizzati ricoverati e su 16,8 decessi previsti dal modello prognostico, i decessi sono stati 14, un numero inferiore a quanto ci si poteva attendere sulla base della loro gravità, a testimonianza e conferma della qualità terapeutica ed assistenziale erogata nella Rianimazione bellunese nei gravi politraumatizzati.

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