Trave del viadotto “mangiata” dal sale: giovedì a Pontet si inizia la sostituzione

Da tre a sei mesi la stima per i lavori, il traffico deviato sulla vecchia strada con un semaforo per il senso unico alternato
Raffaele Scottini

SOVRAMONTE. Sei mesi di chiusura nella peggiore delle ipotesi, tre nella migliore. Serve un intervento urgente per mettere in sicurezza il viadotto Pontet, che da domani non sarà più transitabile per l’avvio dei lavori di sostituzione di una trave di bordo lunga 54 metri, molto deteriorata dagli elementi meteo e letteralmente mangiata dal sale buttato un inverno dopo l’altro contro il ghiaccio, ma che ha finito per erodere anche l’acciaio. La società Veneto Strade, che ha appaltato l’opera alla ditta Deon di Belluno, lo descrive come «uno dei ponti maggiormente usurati» che ha in gestione e parla di «situazione non procrastinabile».

L’intervento è interamente finanziato dalla Regione per 3 milioni 400 mila euro e rientra nell’ambito della legge del 2017 relativa agli adeguamenti dei ponti ammalorati. Si tratta della viabilità al confine fra Veneto e Trentino, sulla Sr 50 del Grappa e Passo Rolle in Comune di Sovramonte. Con la chiusura del viadotto tra la provincia di Belluno e quella di Trento, per garantire il collegamento, il traffico verrà deviato sulla strada vecchia, già utilizzata nelle scorse settimane dai veicoli che salivano verso il Primiero mentre sul ponte gli operai stavano approntando il cantiere, con una corsia separata dal resto della carreggiata da una barriera spartitraffico.

L’itinerario alternativo sarà transitabile a senso unico alternato regolato da semaforo perché troppo stretto per far incrociare due mezzi contemporaneamente. «È evidente che si potranno creare delle code», ammette il direttore generale di Veneto Strade Silvano Vernizzi, «e di questo ci scusiamo in anticipo con i cittadini. Però lo facciamo per la sicurezza di chi transita e davvero non si poteva più attendere».

La durata dei lavori dipenderà molto dalle condizioni atmosferiche, visto che si sta andando incontro alla stagione invernale. «Difficile fare una previsione», dice Vernizzi. «L’ipotesi peggiore dal punto di vista dei tempi, con un inverno pesante e le condizioni più negative, è di sei mesi. L’ipotesi migliore potrebbe anche essere la metà. Noi faremo di tutto e l’impresa sa che deve fare l’impossibile per riaprire il viadotto il prima possibile».

Proprio per accelerare la conclusione dei lavori e la riapertura del viadotto, la ditta ha predisposto due turni (quindi sedici ore di lavoro al giorno). «Va sistemata una trave di bordo molto usurata dalla pioggia e da altri elementi meteo, e non si possono fare i lavori tenendolo aperto», spiega il direttore generale di Veneto Strade. «Abbiamo atteso la fine della stagione turistica estiva in maniera tale da creare meno disagi possibili all’utenza, ma ora non abbiamo alternative alla chiusura totale del viadotto», aggiunge Silvano Vernizzi. «Il periodo è stato scelto anche per aspettare che fosse operativo il servizio notturno di elisoccorso del Suem per garantire qualsiasi emergenza».

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