Travolti dalla neve, ritrovato Gabriele
Tragica fine per i due escursionisti dispersi da domenica sulla Schiara
Gabriele Mezzacasa e Mauro Deon
BELLUNO. Inghiottiti dalla neve dura e compatta: sepolto sotto mezzo metro, dentro il canale. Gabriele Mezzacasa, 37 anni, abitante a San Gregorio, è stato ritrovato sotto la valanga staccatasi 300 metri più a monte sulla Pala Alta, gruppo della Schiara. Ancora nel ventre di quel canalone il compagno Mauro Deon, 37 anni di Sedico: ieri lo cercavano con nove unità cinofile, un’ottantina di uomini del Soccorso alpino e i nuclei antivalanga dei vigili del fuoco. E’ stato Speedy, uno dei cani del Cnsas, a marcare la zona sotto la quale c’era Mezzacasa, poi Kliff ha confermato. Oggi si riprende alle 7: al lumicino le speranze.
Le squadre hanno operato per tutto il giorno sotto la minaccia di continue scariche di altra neve: oggi riprendono, con la speranza di trovare anche il corpo di Deon.
Mezzacasa è stato «intercettato» da una delle unità cinofile: il cane ha marcato la zona. Il corpo era sotto mezzo metro di neve. L’ipotesi agghiacciante è che i due siano stati travolti almeno 300 metri sopra dal punto del ritrovamento e trascinati nel canalone.
Entrambi erano escursionisti esperti, abituati ad andare in giro anche di notte su quei versanti. Domenica si erano messi in moto senza Arva, il dispositivo che permette di andare a colpo sicuro nell’individuazione dei corpi sotto la neve. Per i soccorritori, quindi, il lavoro è stato e frustrante: hanno dovuto sondare tonnellate di metri cubi di neve alla ricerca del secondo disperso. Una valanga di dimensioni enormi, quella che si è staccata e ancora non si sa quanta neve potrebbe venir giù.
I due amici erano partiti all’alba per raggiungere la vetta della montagna: lasciata l’auto a Pian dei Castaldi (dove l’auto è ancora parcheggiata), hanno iniziato l’avventura. Temperatura non proprio mite, un po’ di foschia, aria umida: una domenica diversa dai giorni precedenti, che avevano visto il sole e il caldo fare capolino. Sole e caldo che però hanno posto le basi per la tragedia, che s’è consumata con il distacco di metri e metri cubi di neve.
Attrezzati con ciaspole, ramponi, picconi e corde, Deon e Mezzacasa avevano raggiunto Pian dei Castaldi, per poi proseguire a piedi lungo la mulattiera e dopo attaccare la parete innevata. D’estate è un sentiero per escursionisti esperti traccia una ripida serpentina, mentre d’inverno si risale lungo uno dei numerosi canaloni.
Tutto bene all’andata: dalle prime ricostruzioni si ipotizza che la tragedia sia avvenuta mentre i due stavano tornando a valle: all’improvviso la neve ha ceduto sotto i loro piedi, trascinandoli con sè lungo quel canalone dove solitamente le slavine vanno a morire.
I due avrebbero dovuto tornare a casa verso le 14 di domenica pomeriggio: la moglie di Mezzacasa, Giuliana, non avendo più notizie, ha dato l’allarme, chiamando gli amici di tante escursioni del marito. Uno di questi era Edy Loat, che con Gabriele il sabato prima era stato ad arrampicare a Imer. Hanno iniziato a chiamare sui cellulari, ma nulla: uno risultava anche libero. Loat è andato sul posto, allertando i soccorsi.
L’allarme è scattato così già domenica pomeriggio: l’equipaggio di un elicottero del Suem-118 alzatosi da Pieve di Cadore ha effettuato una ricognizione e sbarcato il tecnico del Soccorso alpino di turno, per poi trasportare in vetta altri soccorritori della Stazione di Belluno.
Le ricerche sono proseguite fino a tarda serata, ma il buio ha impedito ai volontari del Cnsas di muoversi in sicurezza. Ricerche riprese ieri mattina con il Cnsas di Belluno, Longarone, Alpago, Feltre, Agordo e altre squadre di soccorritori e unità cinofile. Fondamentale l’intervento dei sei cani da valanga. E’ stato uno di loro a marcare una zona a lato della valanga, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Gabriele, a circa 1.300 metri di quota. I soccorritori hanno poi continuato per tutto il giorno le ricerche dell’altro escursionista, Mauro Deon, sondando la superficie della valanga che in alcuni punti è alta anche sei metri.
La prima salma è stata ricomposta ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria che si occupa del caso. I familiari dei due escursionisti sono stati allertati, ma tutti sono stati tenuti lontani dalla zona della tragedia, anche per gli evidenti pericoli di nuovi distacchi di neve. Oggi si ricomincia.
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