Tre africani fermati con borsoni pieni di marchi taroccati
Vanno a processo i venditori di abbigliamento contraffatto Modelli quasi uguali agli originali che sono stati sequestrati
CORTINA. Marchi del lusso falsi. Tre nordafricani si sono messi nei guai, perché sorpresi dai carabinieri della Compagnia di Cortina con tre borsoni pieni di capi di abbigliamento apparentemente di grande valore commerciale, che avevano in auto. Un più attento esame della merce ha permesso di stabilire che era materiale contraffatto, anche se con grandissima attenzione e cura, cioè quasi identico all’originale.
In più, avevano alcune selle da bicicletta, che sono risultate autentiche, ma non si capisce come fossero capitate nelle mani dei tre. Il capo d’imputazione scritto dal pubblico ministero racconta di due ipotesi di reato: la prima è contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi e la seconda è ricettazione.
Il sequestro del materiale è abbastanza recente e i tre imputati saranno a processo a metà del mese, difesi da Mariangela Sommacal e Anna Guerra. Secondo una prima ricostruzione, quel giorno stavano viaggiando in direzione Cortina a bordo della loro autovettura. Sono incappati in un normale controllo, non si sa ancora se del tutto casuale o consigliato dallo stato della vettura o da una precedente segnalazione: i carabinieri hanno dato un’occhiata all’interno dell’abitacolo, scoprendo che c’erano tre borsoni colmi di mercanzia. Inevitabile concentrarsi su un certo numero di marchi, che sul mercato di Corso Italia hanno un costo importante. Capi invernali, non alla portata di tutti, nemmeno in caso di saldi di fine stagione. Tutti sequestrati.
È stato necessario rivolgersi ai negozi concessionari dei rispettivi marchi, per confrontare l’originale con il modello taroccato. Evidentemente qualche dettaglio non è sfuggito all’occhio clinico del commerciante. Il suo esame accurato è costato l’accusa di contraffazione. Quanto alle selle, una volta appurato che i tre non le avevano rubate è scattata comunque l’accusa di ricettazione, per aver ricevuto o comprato materiale di provenienza furtiva. A metà mese, si entrerà nell’aula del tribunale e la vicenda sarà ricostruita con tutti i particolari necessari, grazie alle testimonianze. Seguiranno discussione e sentenza.
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