Tre anni al fuggitivo arrestato a Limana
LIMANA. Inseguito e arrestato a La Cal. Il francese Cedric Blachon ha patteggiato tre anni e quattro mesi per ricettazione, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo d’armi. Il 35enne originario del Madagascar e residente nella zona di Tolosa è detenuto nel carcere di Baldenich dal 25 settembre e, dunque, ha già scontato una piccola parte della pena. La buona condotta potrebbe aiutarlo a tornare in libertà con un certo anticipo, rispetto alla fine naturale della condanna. Meno di così il suo difensore Mario Mazzoccoli non poteva ottenere dal sostituto procuratore D’Orlando (pm d’udienza Marcon). Grave soprattutto la ricettazione dell’Alfa Romeo Mito rubata a Padova e usata per la fuga, contenente abbigliamento, telefonini cellulari, un tablet, una scacciacani a salve e una pistola elettrica Taser. Fosse andato al dibattimento in aula, avrebbe rimediato una condanna senz’altro più pesante, anche se in Italia risulta non avere precedenti penali di alcun tipo.
Quel giorno era partito da Padova a bordo di un’Alfa Romeo Mito rubata, nella quale aveva passato la notte. Arrivato all’altezza di Montebelluna, si era fermato, finendo all’attenzione dei carabinieri. Spara due colpi a salve e comincia a scappare non fermandosi all’alt dei militari e forzando due posti di blocco, verso la provincia di Belluno. Mette in pericolo la propria vita, oltre che quella degli altri automobilisti, per non parlare dei pedoni di passaggio. Ci sarà anche un conflitto a fuoco che lascia tracce evidenti sulla macchina del fuggitivo, prima del suo arrivo a Limana, dove verrà bloccato da carabinieri e polizia e arrestato, di fronte a un buon numero di cittadini, la cui attenzione era stata richiamata dalle sirene delle auto delle forze di polizia e dal rumore dell’elicottero che stava volteggiando da alcuni minuti sopra le loro teste.
L’arresto era stato convalidato dal gip e la misura cautelare del carcere confermata. In un secondo momento, la procura ha chiesto il giudizio immediato, pertanto senza passare per l’udienza preliminare. Mentre all’inizio il patteggiamento era stato negato, perché si discuteva del furto invece che della ricettazione, alla fine un accordo è stato trovato e ieri mattina è toccato al gup Sgubbi ad applicare la pena concordata in camera di consiglio, sotto gli occhi dell’imputato e degli agenti della polizia penitenziaria.
Gigi Sosso
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