Tre anni di ritardi per il progetto di Coltrondo

Anche per gli accessi a Cortina nel piano Anas ci sono dei rinvii. Lo stato dell’arte illustrato in un convegno in Senato

CORTINA. La progettazione della galleria di Coltrondo, in Comelico, lungo la Statale Carnica, non sarà pronta prima del 2021, quindi dopo i Mondiali di Cortina. Il cantiere da circa 70 milioni di euro, se verrà confermato, potrà essere completato, se non ci saranno intoppi, solo prima delle auspicate Olimpiadi 2026. E per quanto riguarda la statale di Alemagna, in Comune di Cortina, l’iter di progettazione ed approvazione dei due interventi più grossi, a cominciare da quello di Zuel, sarà concluso solo entro il 2019, con un anno di ritardo. È quanto si è appreso nelle aule del Senato, durante la giornata di confronto promossa dal senatore Udc del Veneto, Antonio De Poli, con una delegazione degli ingegneri del Veneto. . «Secondo un recente rapporto Anas 202 opere pubbliche, a livello nazionale, sono state rinviate. Tra quelle che interessano il Veneto ci sono gli interventi di accessibilità in vista dei Mondiali di Cortina 2021. Sono opere importanti e il Veneto non può permettersi di non arrivare pronta a un appuntamento così importante» ha dichiarato De Poli, facendo sapere che la progettazione del secondo stralcio del traforo di Santa Augusta, a Vittorio Veneto slitta dal 2018 al 2021.

I ritardi per l’Alemagna, a Cortina, erano stati più volte adombrati, ma adesso sono ufficiali.

C’è ovviamente la speranza – come ha sempre ripetuto il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina – che io lavori inizino in ogni caso l’anno venturo. Per Coltrondo, invece, non manca la sorpresa, dal momento che nell’autunno scorso il ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, era stato a Santo Stefano di Cadore ed aveva assicurato che le risorse per quel traforo c’erano già e, quindi, lui stesso aveva sollecitato la tempistica della progettazione.

«Sono 3 interventi che riguardano la Strada Alemagna per un totale di 130 milioni – ricorda De Poli -. Al Governo e al ministro Toninelli chiediamo di passare dalle parole ai fatti. Il decreto sblocca-cantieri rischia di essere solo una fake news».

L’esponente veneto ha ricordato, in sede di dibattito, che «il costo del non-fare ammonta a 530 miliardi, dal 2018 al 2035, secondo uno studio di Osservatorio Agici di Finanza d’impresa. Nel corso delle conferenze si è trattato del tema della riforma del Codice degli appalti, un argomento che è molto caro all’Ordine degli ingegneri; erano presenti anche alcuni professionisti bellunesi». Secondo De Poli «è necessaria una profonda rivisitazione del Codice degli appalti. La deroga per due anni è un fattore positivo ma servono regole certe e stabili. Bisogna ridare centralità alla qualità della progettazione».

«Bisogna programmare le opere, velocizzare le procedure», ha aggiunto De Poli che lanciato una proposta concreta al tavolo dei relatori: «Aboliamo la Centrale per la programmazione delle opere pubbliche. Trasformiamola in un’Agenzia unica di programmazione, con l’obiettivo di semplificare, sburocratizzare, facilitare gli iter dei cantieri per sbloccare le opere appunto». —

 

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