Tre anni per il colpo alla “De Rigo”

Gli autori del maxi-furto di 10.000 occhiali all’azienda di Longarone hanno patteggiato ma rimangono dietro le sbarre
Furto di occhiali alla De Rigo di Longarone. I ladri sono entrati dal retro dell stabilimento scavalcando la rete e forzando la porta della caldaia
Furto di occhiali alla De Rigo di Longarone. I ladri sono entrati dal retro dell stabilimento scavalcando la rete e forzando la porta della caldaia

BELLUNO. La banda del «buco» che il 21 febbraio scorso ha colpito alla De Rigo di Longarone, trafugando diecimila paia di occhiali del valore di oltre duecentomila euro, ha chiuso i conti con la giustizia. I pluripregiudicati croati Drazen Grulovic, 32 anni, e Anton Najcer (alias Igor Valentic), 42 anni, hanno patteggiato per concorso in furto aggravato la pena di tre anni di reclusione e 800 euro di multa. Entrambi, però, rimangono in carcere. Il loro complice Darko Vrban, 44 anni, l’autista della banda, accusato di favoreggiamento, è stato l’unico ad uscire dalla cella, dopo aver patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa) e 200 euro di multa.

Si è chiuso ieri, in un’aula del tribunale di Trieste, il procedimento penale a carico della banda che qualche mese fa mise a segno un colpo da “professionisti” all’occhialeria di Longarone (costituitasi parte civile con l’avvocato Antonio Prade).

Quella notte del 21 febbraio, infatti, i malviventi scavalcarono la rete d'ingresso sul retro dell'azienda. Dopo aver raggiunto il magazzino che dà sulla strada, forzarono la porta del locale caldaia che si trova di fianco al deposito. Per penetrarlo, i ladri fecero un buco nel muro del diametro di una cinquantina di centimetri e calarono, all'interno del locale, un tunnel tipo quelli che si utilizzano nell'edilizia per far scivolare i materiali da un punto ad un'altro.

Un artificio che consentì ai ladri di eludere gli allarmi volumetrici. Il sistema di protezione collegato con le forze dell'ordine, infatti, scatta quando avverte la presenza di un intruso ad una certa altezza.

I ladri invece si calarono all'interno del tunnel, procedendo a carponi fino alle custodie degli occhiali. Lì, le svuotarono ad una ad una, portando via, probabilmente in grossi sacchi di nylon, diecimila montature. Il resto fu un gioco da ragazzi, caricando la refurtiva sul furgone posteggiato all'esterno. I malviventi agirono indisturbati, forse anche perchè il custode non era presente. Un colpo studiato da tempo.

Il furto fu immediatamente denunciato ai carabinieri della stazione di Longarone. I militari dell’Arma, coadiuvati dai colleghi di Trieste, nove giorni dopo il colpo, riuscirono a bloccare i ladri alla frontiera con la Slovenia. Parte della refurtiva fu recuperata. Ieri l’atto finale in tribunale a Trieste.

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