Tre arresti a Cortina e Vodo per una truffa alle assicurazioni

Indagine dei carabinieri di Roma con venti finiti in manette, 207 denunciati per falsi incidenti stradali e per i risarcimenti

CORTINA. Tre persone arrestate, una portata in carcere e due agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito all’alba di ieri dai carabinieri di Cortina in una stanza di albergo del centro ampezzano dove sono state trovate due persone, e in una casa di Vodo di Cadore.

I tre arrestati sono stati portati ieri a Roma, dove sono state applicate le misure cautelari, in carcere e ai domiciliari. Il trasferimento a Roma è legato al fatto che l’indagine è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Roma Centro, insieme con i militari delle stazioni dei carabinieri del comando provinciale di Roma.

Sono venti i cittadini romani che sono stati raggiunti da provvedimenti di vario tipo, sei custodie in carcere, 10 ai domiciliari e 4 con obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

Al centro dell’indagine una associazione di truffatori. E in manette sono finiti medici, infermieri e avvocati.

Sono accusati di aver simulato incidenti stradali mai accaduti, con un danno stimato alle compagnie assicurative di oltre un milione di euro.

L’indagine, chiamata “Cartruffe”, è durata un anno, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma centro, coordinata dalla procura romana.

Le attività investigative hanno permesso di individuare quella che i militari e la procura chiamano «una stabile associazione criminale», costituita da cittadini italiani, tutti romani, che inscenavano incidenti stradali mai accaduti e che con la complicità di medici e infermieri che facevano parte dell’organizzazione, riuscivano a procurare alle false vittime dei ricchi risarcimenti dalle compagnie assicurative.

I profitti finivano nelle mani del capo dell’associazione, un romano di 47 anni, S.P. che si occupava poi della ripartizione delle somme tra gli associati.

Per arrivare a scoprire gli inganni, è stato necessario fare accertamenti negli uffici legali delle compagnie assicurative danneggiate, numerosi servizi di osservazione e pedinamento e intercettazioni telefoniche. Tutto per documentare «gli spettacoli teatrali» che venivano messi in scena dall’associazione, cioè la simulazione degli incidenti stradali.

Prima di tutto, gli incidenti venivano organizzati sempre nello stesso giorno in cui gli ortopedici associati all’organizzazione criminale erano di turno. Le modalità degli incidenti vengono definite come «cinematografiche», agli incroci stradali, dove le automobili si sarebbero dovute scontrare. Il capo della banda e i suoi più diretti collaboratori organizzavano il lavoro dei partecipanti ai falsi sinistri, veri e propri attori, indottrinati sul comportamento da tenere sia nella rappresentazione del sinistro che nelle fasi successive della pratica di risarcimento.

Sembra di vedere qualcuno dei quei film, di quelle commedie all’italiana di qualche decennio fa.

Accanto agli attori di strada, ci stavano i truffatori da scrivania, i medici, ortopedici, che si occupavano della redazione di falsi certificati diagnostici e di false attestazioni di cure fisioterapiche, che servivano per aumentare l’importo del risarcimento da parte delle compagnie di assicurazione.

Gli indagati sono ben di più dei 20 arrestati, infatti sono addirittura 207, di cui 78 per associazione. Tra questi ultimi ci sono i 20 destinatari di misure cautelari. Sono trenta i falsi incidenti provati, ma ce ne sono molti altri che sono sospetti, e su cui sono in corso gli accertamenti. Alcune delle persone coinvolte risultano aver partecipato a decine di incidenti stradali, spesso con la stessa macchina. Nell’arco di un anno il profitto è arrivato quasi a 1.5 milioni di euro.

Come detto, tre dei venti arrestati, sono stati trovati nel Bellunese.



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