Tre boati in Valbelluna. Gli americani ammettono: siamo stati noi

Paura da Pedavena fino a Belluno. Evacuate per precauzione le elementari e medie di Trichiana e le primarie di Villa di Villa. Decine le telefonate ai pompieri da parte di cittadini infastiditi e impauriti. Poi dalla base Usa di Aviano arriva la spiegazione: «Era un nostro jet che si stava esercitando».
Caccia appena decollato dalla pista della base Usaf di Aviano (Pordenone), in una foto d'archivio 25 marzo 2011. ANSA / STEFANO LANCIA
Caccia appena decollato dalla pista della base Usaf di Aviano (Pordenone), in una foto d'archivio 25 marzo 2011. ANSA / STEFANO LANCIA

BELLUNO. Due boati, poi il terzo. Li hanno sentiti in migliaia nella Valbelluna, da Sedico al Feltrino: uno talmente forte da far tremare i vetri di porte e finestre e consigliare gli insegnanti delle scuole di Trichiana e Villa di Villa di Mel a far scattare le procedure di evacuazione, temendo che si trattasse di un terremoto.

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La stessa paura che ha attanagliato centinaia di bellunesi, con il centralino dei vigili del fuoco tempestato di telefonate (almeno una cinquantina nel giro di pochi minuti) di residenti spaventati da quei botti. Che, poi, altro non erano che i “bang supersonici” provocati da un jet dell’aeronautica statunitense in esercitazione sui cieli sopra le province di Belluno e Treviso, come confermato alcune ore dopo dalla base Usa di Aviano.

L’allarme è scattato quando mancavano pochi minuti alle 10. Un primo boato, fortissimo, poi altri due, che hanno fatto tremare tutto, riversando in strada centinaia di persone. Boati avvertiti nitidamente a Sedico, Trichiana, Mel (dove in corrispondenza dei boati sono anche caduti alcuni calcinacci dal soffitto della mensa all’Acc), Lentiai e Santa Giustina, passando per Busche e alcune località feltrine, fino a San Gregorio e Cesiomaggiore.

Dopo i primi, comprensibili, attimi di spavento le prime notizie hanno cominciato a correre sul web, con riferimenti sull’accaduto sempre più precisi apparsi sui social. Sopra i cieli bellunesi si segnalava sin dalla prima mattina di ieri un’intensa attività aerea. Di fenomeni sismici, del resto, nessuna traccia, come appurato subito da vigili del fuoco e Protezione civile. Nessun danno a cose o persone.

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Centinaia gli alunni evacuati e scesi in strada alle scuole primaria e secondaria di Trichiana e alle elementari di Villa di Villa di Mel. «La decisione, tempestiva, è stata presa dai docenti per prevenire qualsiasi rischio», ha spiegato Brunella Bortoluzzi, dirigente dell’istituto comprensivo di Trichiana-Limana. «I ragazzi si sono riversati nei cortili delle scuole in modo molto ordinato, segno di grande responsabilità e serietà da parte loro e degli insegnanti».

Non è la prima volta, comunque, che le esercitazioni militari di volo creano malumori nella comunità della Sinistra e Destra Piave. L’inquinamento acustico, e non solo quello, provocato dai numerosi voli di addestramento sui cieli della vallata avevano spinto alcuni mesi fa l’Unione montana Valbelluna, come ha ricordato Fiorenza Da Canal, sindaco di Trichiana, «a scrivere una lettera di protesta indirizzata al ministero della Difesa, dove veniva sottolineato il consiglio dell’Arpav di preservare il territorio da ulteriori tipologie di inquinamento. Ma la risposta ottenuta (a inizio dicembre 2014, ndr) è stata quasi imbarazzante: da noi “il cielo è più limpido, la luce è migliore, l’ideale per le esercitazioni in volo” ci avevano comunicato in poche righe».

L’impatto «di queste esercitazioni militari nell’inquinamento acustico è evidente, con conseguente disagio per la popolazione e la compromissione inesorabile dei normali cicli biologici», il commento di Stefano Cesa, primo cittadino di Mel e presidente dell’Unione montana Valbelluna. «Ma grande è anche la preoccupazione verso l’aria, l’acqua e il suolo per le pesanti emissioni di questi velivoli, che determinano rischi per la salute umana, soprattutto in un contesto di valle chiusa come la nostra».

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