Tre borghi a caccia di venti milioni: lavoro, storia e arte le carte bellunesi
BELLUNO
«Un borgo veneto potrà rinascere grazie a un progetto pilota da 20 milioni di euro che sarà possibile avviare grazie ai fondi del Pnrr», annunciava il 17 dicembre la Regione Veneto, attraverso l’assessore Cristiano Corazzari.
Entro il 22 gennaio sono arrivate a Venezia 41 manifestazioni d’interesse. La Regione ne ha preselezionate nove, tre quelle in provincia di Belluno: Mel di Borgo Valbelluna, Cibiana di sotto a Cibiana di Cadore e Sottoguda di Rocca Pietore. Gli altri borghi in lizza sono San Basilio di Ariano Polesine, in provincia di Rovigo; Solighetto di Pieve di Soligo, Borgo Val di Sarmede e Collalto di Susegana nella Marca Trevigiana; il Borgo storico delle Terme di Recoaro, nel Vicentino; e Campo di Brenzone a Brenzone sul garda nel Veronese. Nessun borgo nel Veneziano e nel Padovano.
Chi vincerà la posta dei 20 milioni? È presto per dirlo. E, in ogni caso, non ci sarà un primo, un secondo, un terzo. Ma solo il primo. La concorrenza è forte. Sottoguda, per ciò che ha rappresentato con la tempesta Vaia e le fiches puntate dalla Regione (e non solo) per la ricostruzione, ha chanche di tutto riguardo. In provincia di Treviso già prevedono che vincerà Collato, ma attenzione ad Ariano Polesine.
Tutto sarà chiaro entro il 15 marzo. I Comuni pre-selezionati, infatti, dovranno completare le proposte integrandole con gli elementi richiesti per uno studio di fattibilità entro il 1° marzo. Entro il 15 marzo la Regione siglerà con il Comune selezionato l’Intesa prevista e trasmetterà la proposta al Ministero della Cultura. Infine seguirà una fase negoziale condotta da un Comitato tecnico istituito dal Ministero della cultura per verificare la coerenza delle proposte progettuali con il Pnrr, fase che si concluderà entro maggio 2022 con un Decreto Ministeriale di ammissione al finanziamento.
«Dalla montagna al lago, dalla costa alle terme, la partecipazione all’avviso della Regione è stata davvero importante», ha commentato l’assessore Corazzari. «Tutti e nove i progetti scelti sono notevoli per qualità di elaborazione, sono proposte che non solo possiedono le caratteristiche necessarie, ma anche presentano elementi di rilevante spessore e apprezzabili fattori di qualità nonché una previsione di spesa in linea con il finanziamento previsto».
Ricordiamo che potevano presentare manifestazione di interesse i Comuni con un borgo storico, all’interno del loro territorio, caratterizzato da un avanzato processo di spopolamento, con un numero di unità abitative che non superi di norma le trecento unità, interessato da un progetto di recupero e rigenerazione, in grado di integrare le politiche di salvaguardia e riqualificazione dei piccoli insediamenti storici con le esigenze di rivitalizzazione e di sviluppo culturale economico e sociale degli stessi. «Valorizzare i piccoli borghi significa, innanzitutto, riportare in vita l’anima stessa del Veneto che è costituita da paesi e piccole comunità ricche di storia, cultura e tradizioni da far riscoprire», è la teoria, più volte ribadita da Corazzari.
Tante delle domande presentate non sono state accolte perché non facevano riferimento ai precisi parametri richiesti: l’avanzato processo di spopolamento del borgo, con un numero di unità abitative non superiore alle 300, e che disponga già di un progetto di recupero e rigenerazione. E, si badi, le azioni finanziabili all’interno del progetto complessivo di rilancio devono essere realizzate e concluse entro il mese di giugno 2026. «Gli interventi di restauro previsti non hanno esclusive finalità di tutela ma prevedono funzioni e attività da svolgere all’interno dei beni restaurati, sostenibili nel tempo e capaci di realizzare e consolidare uno sviluppo socio economico che faccia da traino per altre attività nel territorio», viene ulteriormente precisato in Regione. «Il Progetto integrato dovrà comprendere in prevalenza interventi sul patrimonio edilizio, riservando adeguate quote a favore delle attività d’impresa e dei servizi culturali». Altro criterio importante è che il progetto costituisca un’occasione di rilancio economico e sociale per il Borgo e per il più vasto territorio in cui ricade, che dovrà essere dimostrata in termini di impatto occupazionale dell’iniziativa. —
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