Tre capannoni nella piana di Arten riaprono i battenti come siti produttivi

Il sindaco Slongo: «Positivi segnali per l’economia locale» La ditta Gambarotta di Trento ha già avviato l’attività 
Laura Milano

/ FONZASO

I tre capannoni più grossi della zona industriale di Arten sono stati acquisiti da altrettante aziende. C’è la ditta Gambarotta di Trento che ha già iniziato l’attività trasferita a Fonzaso occupandosi di movimentazione meccanica di materiali solidi sfusi. E ci sono la Forgialluminio e la Massergoni Casagrande con due progetti distinti, l’una per l’ampliamento del sito e l’altra per la demolizione del corpo di fabbrica e la successiva ricostruzione.

C’è aria di rinascita, con ricadute occupazionali importanti, nella piana di Arten dove per troppi anni il mercato era stato stagnante. «Possiamo dire con soddisfazione che quella che sembrava un’impresa impossibile per la riconversione di capannoni provenienti da fallimenti precedenti come quello della MecFe, adesso sembra ben avviata al buon fine delle attività sospese», spiega il sindaco Giorgio Slongo.

«Sono previste delle riconversioni produttive. Ad esempio, la Massergoni che ha acquisito lo spazio già occupato dalla fonderia Rigon, dalla Guarnier, dalla Grekor e dalla Merotto, ha presentato un progetto interessante che consiste nella ricostruzione del corpo di fabbrica a proprio uso e consumo, in condivisione con la parte restante che rimane in capo a Veneto Strade. E quando avrà terminato i lavori di riedificazione porterà in zona la lavorazione dei pellet plastici, per alimentare cementerie e altri siti solo industriali. La ditta Gambarotta che si occupa di carpenteria pesante ha già dato il via alla produttività, mentre la Forgialluminio ha presentato il progetto per l’ampliamento del sito».

A proposito di Forgialluminio, le lavorazioni saranno solo di stampaggio a caldo equivalenti a quelle svolte nello stabilimento di Pedavena, queste era stata la rassicurazione del sindaco Slongo in risposta a un’interrogazione consiliare di una seduta a primavera dell’anno scorso. L’amministrazione aveva già manifestato contrarietà a ogni ipotesi di fusione di materiali grezzi e scarti di altre lavorazioni. Ma su questo aspetto la proprietà ha assicurato che avendo già all’interno delle sue strutture altre due fonderie, non avrebbe avuto alcun interesse a realizzarne una terza. Questo prima di presentare il progetto che adesso è stato depositato. Secondo le previsioni che la proprietà Cortese aveva fatto al sindaco e all’amministrazione fonzasina, alle tre presse iniziali con un impiego di circa 15 persone, con l’ampliamento del sito si potrebbe arrivare fino a un massimo di 50.

L’acquisto all’asta da parte della Forgialluminio 3 di Pedavena, del capannone in zona industriale che per anni è stato della Beton Piave, risale al 2019. Finalmente, a oggi, si torna a parlare di cantieri e di nuovi posti di lavoro. —

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