Tre cervi investiti, allarme in Valbelluna
VALBELLUNA. Le auto sono completamente distrutte. L’impatto con il cervo è stato devastante, ma fortunatamente gli automobilisti alla guida non hanno avuto bisogno di ricorrere ai medici. Nella serata di martedì ci sono stati tre incidenti dovuti all’attraversamento degli ungulati: il primo attorno alle 20 sul Boscon, in comune di Sedico. Un’ora dopo un cervo ha attraversato la provinciale 1 a Lentiai, finendo investito da un’altra macchina. A mezzanotte e mezza un altro incidente in comune di Sedico, in località Vignole. In tutti e tre i casi gli animali sono morti ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine per rimuovere le bestie e ripristinare la circolazione sulle strade.
«Nella nostra provincia ci sono molti cervi, il loro numero è cresciuto nel tempo e impedire loro di attraversare una strada non è possibile», spiega il dirigente del settore caccia e pesca della Provincia Gianmaria Sommavilla. «Il problema, comunque, è noto. E più gli animali si diffondono, maggiore è la possibilità che si spostino». L’autunno è la stagione degli amori, e i cervi si radunano in branchi. Il rischio che si muovano anche sulle strade della provincia è elevato.
In alcune zone, come sul rettilineo di Candaten, sono stati messi dei sensori che avvertono la presenza degli animali e inviano un segnale ad una centralina che fa lampeggiare con insistenza un semaforo. Un avvertimento, per gli automobilisti in transito, a moderare la velocità per evitare di investire gli animali che potrebbero attraversare.
«Dalle ultime stime, che risalgono al periodo precedente a quello dei parti (giugno), sappiamo che si aggirano fra i 7800 e gli 8000 capi in provincia. Ma se aggiungiamo gli animali che dimorano in Cansiglio, nel Parco nazionale Dolomiti Bellunesi e nel Parco Dolomiti d’Ampezzo, arriviamo ad almeno 12 mila esemplari», continua Sommavilla. Una popolazione numerosa, distribuita su un territorio vasto ma attraversato da numerose strade. Gli investimenti, dunque, non sono rari. Se accade, all’automobilista non resta che fare richiesta di risarcimento danni in Regione: spetta all’ufficio preposto valutare con quale importo aiutare il malcapitato.
In altri paesi europei il fenomeno viene affrontato investendo risorse per la costruzione di sovrappassi e sottopassi, per cercare di indirizzare gli animali ad attraversare le strade nei punti in cui la visibilità è maggiore. «Risolvere alla radice il problema temo non sia possibile», conclude Sommavilla. «Quando c’è una popolazione tanto numerosa, sappiamo che si sposta e che può anche finire sulle strade».
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