Tre Cime, salvata nella notte con l’elicottero dell’esercito
Alpinista francese recuperata dal Soccorso alpino con un complesso intervento. La donna aveva sbattuto sulle rocce della Grande e non muoveva più le gambe
AURONZO. Salvataggio con l’esercito sulle Tre Cime. Portata in salvo un’alpinista dal Soccorso alpino, con la collaborazione dell’elicottero del IV reggimento Altair di Bolzano. Ci sono voluti 14 soccorritori, per riportarla a terra e affidarla ai medici del Codivilla: l’intervento era cominciato alle 21.30 di lunedì sera ed è finito alle 4 di ieri mattina. Legittima la soddisfazione, anche perché è andato tutto bene: «Voglio ringraziare i ragazzi, che hanno lavorato con il massimo impegno per diverse ore», sottolinea Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, il capostazione del Soccorso alpino di Auronzo, «l’intervento è stato molto complicato, ma tutti hanno dato una prova di grande professionalità».
Ricevuta la telefonata di emergenza, il 118 ha allertato il Soccorso alpino di Auronzo per un incidente in parete, lungo la normale alla Cima Grande di Lavaredo, dove dalle prime informazioni un’alpinista francese si era fatta male a una gamba e non riusciva a proseguire. Il gestore del rifugio Lavaredo, che fa parte del Cnsas è salito per una prima verifica e le condizioni della donna, una 35enne di Lione sono sembrate subito più preoccupanti, nella descrizione dell’infermiera di stazione arrivata assieme al resto della squadra. Secondo una prima ricostruzione, partita con il compagno alle 10 dal rifugio Auronzo, la coppia era arrivata in vetta alla Grande verso le 17. Nel ridiscendere, durante le doppie corde la donna aveva perso aderenza, facendo un pendolo e sbattendo con violenza sulla parete. Il compagno l’aveva assicurata su una piccola cengia a circa 2.550 metri di altitudine per poi lanciare l’allarme. Prestate le prime cure, dopo averla coperta e riscaldata, si è visto che l’infortunata presentava ematomi sulla schiena e non riusciva a muovere le gambe. Non potendo fare una diagnosi precisa sul posto e temendo possibili gravi lesioni interne, con le temperature vicine allo zero e diverse ore di calate in vista, in accordo con il primario del 118 è stato deciso di chiedere il supporto dell’elicottero dell’aviazione dell’esercito IV Reggimento Altair di Bolzano, con il quale il Soccorso alpino si sta addestrando per gli interventi notturni.
Giunto al rifugio Lavaredo l’elicottero AB 205, ha imbarcato un soccorritore per una prima ricognizione. Dal momento che lo stretto terrazzino in cui si trovava l’infortunata, che era già stata imbarellata era troppo attaccato alla parete e impediva la riuscita in sicurezza delle operazioni, la barella è stata calata una ventina di metri più in basso su una cengia più ampia. In una seconda rotazione, l’elicottero la ha recuperata con uno dei tecnici di elisoccorso della stazione salito con gli altri. L’alpinista è stata accompagnata all’ospedale di Cortina, dove è arrivata pochi minuti prima delle 3. Il compagno è sceso con i soccorritori, giunti sul ghiaione alla base della parete alle 4. Tanta paura, ma è finita bene.
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