Tre Gai a Feltre, i due gestori sono in libertà

In appello abbassata la pena per sfruttamento della prostituzione a De Cian e Rhourab e tolte le misure cautelari
Di Gigi Sosso ; di Gigi Sosso
gian paolo perona- perona- belluno- arresti nel feltrino
gian paolo perona- perona- belluno- arresti nel feltrino

FELTRE. Tre Gai: liberi i due gestori. La Corte d’Appello di Venezia ha riformato la sentenza del Tribunale di Belluno per le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nell’osteria di Feltre. Gianluigi De Cian e Fatima Rhourab scendono da una condanna a quattro anni di reclusione e 4 mila euro a testa a tre anni e 2 mila, ma accanto allo sconto ci sono anche la revoca della confisca dei beni sotto sequestro e la loro restituzione; della misura di sicurezza e delle misure cautelari che erano in corso. I difensori di fiducia De Vecchi e Serrangeli aspetteranno i 30 giorni per le motivazioni, dopo di che decideranno se ricorrere in Cassazione. I legali avevano chiesto l’assoluzione, ma si ritengono soddisfatti anche così.

Nell’abbreviato di primo grado, il giudice per le udienze preliminari Montalto aveva condannato i due imputati anche a un anno di casa lavoro e quattro d’interdizione dai pubblici uffici, come richiesto dal procuratore Pavone. Dopo un periodo di detenzione tra Pordenone e la sezione femminile di Venezia, De Cian e Rhourab erano stati posti agli arresti domiciliari, tra Sedico e Borso del Grappa (Treviso) e solo in un secondo momento era intervenuto l’obbligo di dimora. Dopo la sentenza di ieri sera, sono tornati in libertà. Il locale è stato chiuso dalla questura (i sigilli erano stati messi anche dai carabinieri) e la licenza è stata restituita. Prima Serrangeli e poi De Vecchi hanno sostenuto che nel locale di Villapaiera c’erano sì delle ragazze, ma non esisteva alcun tipo di sfruttamento. Tanto più che i patti tra le ragazze erano chiari e scritti: non dovevano farsi toccare dai clienti, il massimo consentito era uno spogliarello fino alla biancheria intima.La consumazione costava otto euro al banco, 10 nel seminterrato con i divanetti protetti da pesanti tende e i 50 erano per lo spettacolino. Per la difesa se le ragazze hanno fatto di più, è successo non solo su loro iniziativa, ma anche gratuitamente.

L’unica cosa che non si poteva non ammettere è che, all’esterno del locale, erano abbastanza frequenti le risse ed è soprattutto questo aspetto che deve aver spazientito i vicini: «Siamo soddisfatti di come è andata», sottolinea De Vecchi, «un anno in meno e la revoca di tutte le misure è quello che ci aspettavamo. Adesso valuteremo se sarà il caso di andare avanti». Contento anche Serrangeli, che è subentrato in corsa nella difesa di Rhourab: «Puntavo all’assoluzione, ma al momento l’importante è che i due siano tornati in libertà. Leggeremo le motivazioni della sentenza e vedremo se ci sarà spazio per un ulteriore ricorso. Rimango il più convinto del fatto che il vero problema fossero le risse».

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