Tre ladri di bicicletta picchiati e rapinati

Anche uno studente bellunese coinvolto nei fatti di Firenze: lui dovrebbe cavarsela con l’assoluzione dai reati di rapina impropria di un borsello e un portafoglio  e di lesioni aggravate. Ma il collega di corsi rischia una condanna a quattro anni.

BELLUNO

Due studenti incastrati dai ladri delle loro bici. Ma il bellunese A.G., che era iscritto all’Università di Firenze ed è figlio di un conosciutissimo direttore di banca, potrebbe cavarsela con l’assoluzione dai reati di rapina impropria di un borsello e un portafoglio e di lesioni aggravate. Il collega di corsi, invece, rischia una condanna a quattro anni. Questo è quanto ha chiesto il pubblico ministero toscano. In prima battuta, entrambi erano stati indagati per gli stessi reati, ma le complesse e costose indagini difensive svolte dagli avvocati Patelmo e Rech Colferai hanno permesso di separare le posizioni e indirizzare il processo verso due soluzioni diverse.

Il tribunale collegiale ha rinviato a ottobre per repliche e sentenza. Curioso il modo in cui i due ragazzi italiani sono passati dalla posizione di parti offese a quella di imputati. Un giorno del 2012 sono andati a mangiare qualcosa insieme: hanno parcheggiato fuori dal ristorante le loro mountain bike del valore di circa 5 mila euro ciascuna e, quando è stato il momento di pagare il conto e uscire, si sono accorti che erano sparite. Avevano visto qualcuno aggirarsi nei paraggi, ma non si erano insospettiti più di tanto.

A.G. è andato subito a fare denuncia per furto aggravato alla più vicina stazione dei carabinieri, dove ha lasciato le proprie generalità e il numero di cellulare, per poi raggiungere l’amico, che nel frattempo aveva intuito chi potessero essere stati gli autori del furto e si è portato in una casa privata abitata in affitto da tre studenti Erasmus di nazionalità spagnola. In preda alla rabbia, si è fatto aprire con la scusa di una perquisizione abusiva e, una volta dentro, li avrebbe minacciati con una bottiglia rotta e anche presi a calci e pugni, mentre A.G. cercava di calmarlo e, allo stesso tempo, invitava gli altri a mettersi in salvo. Nella colluttazione, sono andati persi un borsello e un portafogli con dentro una decina di euro. Per questo motivo  i due italiani sono stati incriminati per rapina impropria, oltre che per lesioni con una prognosi superiore ai 40 giorni.

Ricevuto l’avviso di garanzia, Patelmo e Rech Colferai si sono messi alla ricerca degli iberici su internet e hanno scoperto che studiavano Ingegneria e soprattutto abitavano a Las Palmas, in Gran Canaria. È stato necessario raggiungerli e interrogarli, per farsi raccontare meglio l’accaduto. Dalle loro parole, che in un secondo momento sono state autenticate da un notaio del luogo, è emerso che il bellunese non aveva alcuna responsabilità nell’aggressione e nemmeno nella sparizione dei due accessori.

Durante il processo, prima della discussione, è stata indispensabile una rogatoria internazionale, poi lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione con la formula del non aver commesso il fatto per A.G e quattro anni di reclusione per l’amico. Non si conosce il destino delle biciclette. —


 

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