Trecento in piazza con fiori e candele ricordando le vittime di Parigi
BELLUNO. Un fiore e una candela per Parigi. Almeno trecento persone hanno risposto all’appello dei sindacati, rilanciato da sindaci e studenti, e si sono radunate ieri sera in piazza Duomo per un momento di raccoglimento dopo la strage di venerdì.
C’erano moltissimi sindaci, amministratori, ragazzi, adulti, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, tutti senza bandiera perché lo scopo non era quello di rivendicare un’appartenenza, ma di «esprimere solidarietà al popolo francese e di condannare con fermezza quel che è successo», per usare le parole del sindaco, Jacopo Massaro.
Moltissimi anche i cittadini comuni, che si sono raccolti in silenzio e hanno adagiato sui gradini della Prefettura mazzi di fiori e lumini accesi.
A portare il suo messaggio di pace in piazza Duomo c’era anche il vescovo Andrich. «I fondamentalismi aizzano le persone le une contro le altre e fanno fare le cose più irragionevoli», ha detto. «Disumane, direi».
E il rischio, ogni qual volta accadono fatti come quello di Parigi, è che si scateni una paura tale da portare al pregiudizio nei confronti di chiunque abbia una cultura, una religione, una provenienza diversa dalla nostra: «Già una volta è scoppiata una guerra contro il terrorismo. C’ero anche alla manifestazione che venne organizzata nel 2003. Dobbiamo essere capaci di usare la ragione, perché reagire senza pensare comporta il non mettersi in rapporto con gli altri».
«Invece in questo momento è determinante mettersi tutti insieme per affrontare il futuro con speranza», ha concluso il vescovo, anche lui con una candela in mano.
Accanto a lui, di fronte al palazzo della Prefettura, moltissimi sindaci. Fra loro anche il vicepresidente della Provincia Roberto Padrin: «È doveroso che le istituzioni siano qui questa sera. Viviamo questo momento di raccoglimento insieme all’intera comunità, e con un senso di responsabilità che contribuisca a non alimentare odio e pregiudizio. Questa manifestazione vuole dare un messaggio di pace, e vuole essere un momento di riflessione su una vicenda che ha colpito tutti noi».
Stesso pensiero di Ludovico Bellini, segretario provinciale Cgil, che non si aspettava una partecipazione tanto numerosa alla serata, organizzata in fretta negli ultimi due giorni. L’invito alla partecipazione, diffuso via sms, è arrivato anche ai rappresentanti bellunesi in Regione. «Parigi sembra distante, ma non dimentichiamo che nella strage è morta una ragazza di Venezia. Tragedie come questa possono capitare ovunque», ha ricordato il consigliere regionale Franco Gidoni.
La preoccupazione è alta anche a Venezia. «L’Italia è, ed era anche prima, nel mirino», ha aggiunto l’assessore Gianpaolo Bottacin. «Anche in considerazione di quello che è successo a Merano, come a Ponte nelle Alpi e in Alpago (nelle due zone del Bellunese vivevano persone che sono andate a combattere in Siria, a Merano sono stati arrestati alcuni terroristi, ndr) va intensificata la sicurezza, con misure straordinarie I controlli devono essere intensi, e serve anche la presenza dell’esercito, in supporto alle nostre forze dell’ordine».
Intanto oggi alle 21, in tutti i bar, un minuto di silenzio indetto da Confturismo.
Alessia Forzin
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