Tremila alpini bellunesi pronti all’adunata del centenario
I primi alpini “dolomitici” sono arrivati ancora giovedì, ma ieri li hanno raggiunti i loro “comandanti”. I presidenti delle sezioni di Belluno, Cadore e Feltre. Manca all’appello solo Angelo Dal Borgo, il numero 1 di Belluno, che «con grande rammarico» ha dovuto rinunciare, come non avveniva da anni, ad un appuntamento che per lui è sacro. Problemi di convalescenza. Ma il “capitano” si tiene sempre aggiornato; via telefono lo informa, un’ora dopo l’altra, il suo vice Arrigo Cadore.
Le penne nere bellunesi non saranno meno di 3 mila, perché alcune centinaia raggiungeranno il capoluogo lombardo anche domenica mattina. La sfilata sotto la Madonnina avverrà verso le 11.30. Le tre sezioni, con le t-shirt verdi, bianche e rosse, si faranno notare per la loro simpatia ma anche per gli striscioni che porteranno. «Non mancheremo di ricordare», anticipa Cadore, «la tempesta Vaia di fine ottobre, quanto è accaduto subito dopo e, come al solito, la grande prova di generosità degli alpini della Protezione Civile».
Il gruppo bellunese che opera nelle emergenze è tra i più consistenti, in proporzione al numero degli associati. Ieri pomeriggio, a Milano, è stata inaugurata la cittadella militare; 24 mila metri quadrati di equipaggiamenti e di professionalità della Protezione Civile, delle truppe alpine e dell’ospedale da campo. Nei discorsi inaugurali il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero ha sottolineato «con orgoglio», come ha voluto precisare, «l’appartenenza agli stessi valori di due componenti fondamentali per il Paese e il governo», ha aggiunto, «deve prenderne atto. Gli alpini, in armi e non più, fanno e fanno sempre».
Dopo di lui ha parlato il generale Claudio Berto, comandante delle truppe alpine. Tutta musica per i bellunesi che erano presenti e che si augurano il ritorno quantomeno alla mini-naja. È questa la grande scommessa dell’adunata del Centenario. Lo ammettono anche i presidenti della Cadore Antonio Cason e della Feltre Stefano Mariech.
Domani, alla sfilata, presenzieranno sia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sia il vicepremier Matteo Salvini. Il leader della Lega vuole una mini-naja militare, Trenta sostiene che finanziariamente non è compatibile. Agli alpini di Belluno, come d’altra parte all’Ana nazionale, basterebbe una leva civile. Ma, ben s’intende, vissuta nello spirito di caserma.
I gruppi delle tre sezioni della Provincia sono distribuiti, per la maggior parte, tra la Fiera di Rho e, per chi è in camper, il parcheggio dello stadio di San Siro. Ma chi arriva all’ultimo momento si accampa dove capita. Il gruppo di Danta, per esempio, si è attendato dietro il castello Sforzesco e ieri sera ha distribuito sarde in saor a chi passava. Tra loro anche il presidente Cason. «Per la verità, questi amici hanno in serbo anche ottime bottiglie di Amarone» confessa.
Allora ha ragione lo scrittore Mauro Corona che ieri ha bonariamente rimproverato agli alpini di concedersi troppa goliardia? «Assolutamente no, noi ci divertiamo ma lasciando tutto in ordine». Il gruppo di Salce, ad esempio, si è concesso ieri un simpatico pic-nic all’interno dello stesso maniero. Nessuno è stato rimproverato. Michele Sacchet ha incontrato il figlio di un reduce di Russia, andato avanti, che per ricordo del papà porta il suo cappello alpino e si è commosso. «La festa», testimonia Cason, «ha contagiato anche i freddi milanesi». —
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