Tremonti, Calderoli e Brancheralla "cena degli ossi" in Cadore

Tradizionale appuntamento post-natalizio all'hotel Ferrovia di Calalzo per una cena-rimpatriata nelle terre care al ministro dell'Economia
CALALZO.
Gli ossi di maiale che “Gino”, il titolare del “Ferrovia” di Calalzo, conosciuto in tutto il Cadore, ha conservato per mesi, ieri sera si sono trasformati in un succulento piatto, assai gradito dai ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli, dal sottosegretario Aldo Brancher.

 Insieme a loro un consolidato gruppo di amici. Si è ripetuta, insomma, la tradizionale “cena degli ossi”.


 «Una cena che in tutti questi anni - come ha ammesso il ministro della semplificazione, di casa a Calalzo - ha portato molto bene». Assolutamente riservato il ministro dell’economia, parco di parole Calderoli, chi invece ha parlato - a margine come si dice in gergo - è stato il bellunese Brancher.


 Doveva esserci anche il ministro Luca Zaia; con la presenza del segretario ‘nazionale’ del Carroccio, Giampaolo Gobbo, l’appuntamento si sarebbe trasformato in una festa per la candidatura di Zaia alle Regionali. Il ministro trevigiano ha invece preferito farsi mezza dozzina di panevin, i fuochi dell’Epifania.


 Ma è proprio vero - abbiamo chiesto a Brancher - che il Pdl rischia di essere sopraffatto, in Veneto e nel resto del Nord Italia, dalla Lega? «Il Pdl ha un unico modo per non farsi superare: non stare alla finestra a lamentarsi per i candidati, ma scendere in campo con un’efficace campagna elettorale».

 E per il sottosegretario di origini bellunesi oggi ci sono ancora troppi mal di pancia in seno ai pidiellini.


 «Bisogna smetterla», a suo avviso. E sapersi confrontare fra i due partiti della coalizione, perché in questo modo entrambi possono pigliare ancora più voti. Calderoli è partito da Cuneo per salire a Calalzo, Brancher dal lago di Garda. E’ evidente che con Tremonti non si è trattato soltanto di una simpatica rimpatriata.


 Si è parlato, seppur col sorriso in bocca, anche di riforme. E dei più importanti appuntamenti del 2010. Tutti non hanno nascosto la fiducia di poter compiere parte dell’itinerario insieme con le opposizioni, alcune se non tutte. Unico dato di mestizia, la fine delle vacanze. Che hanno un ruolo disintossicante anche per ministri e politici. D’altra parte la cucina predisposta da “Gino” e dai suoi collaboratori non è stata proprio un brodino, quello che aiuta a digerire. Antipasto di salame di camoscio, soppressa di maiale, musetto con le lenticchie, gli ossi di maiale, fagioli con la cipolla, verze, vino, grappa: è proprio quello che Tremonti, Calderoli e Brancher cercavano, “almeno per due volte l’anno” (da Gino, infatti, banchettano allo stesso modo d’estate), ma gli effetti si sono fatti subito sentire.


 «Epifania tutte le feste si porta via e noi - ci ha confidato Brancher - abbiamo desiderato trascorrere qualche ora in serenità. Ma nessuna agenda politica». Anche se dal Cadore, ancora una volta, la riforma federalista ha visto tutti impegnati a non perdere altro tempo. Elezioni permettendo.

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