Tremonti: giù le mani dalla Provincia di Belluno

CORTINA. Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’economia, non salva una riforma che sia una, di quelle promosse dal premier Monti.
Tanto meno la riorganizzazione delle Province. Perché, a suo dire, una realtà come quella di Belluno, non può essere cancellata, neppure accorpata a Treviso, una composizione del tutto diversa. Tremonti, in vacanza a Lorenzago, ha parlato davanti ad un pubblico amico, che ha gremito l’auditorium Alexander, come non sempre accade. Nell’ambito di “Una montagna di libri” ha presentato ol suo ultimo saggio., “Uscita di sicurezza”.
Tra i primi ad arrivare, Gianni Letta, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mano nella mano con sua moglie. In prima fila il sindaco Andrea Franceschi. Poco distane, Elisabetta Gardini e Giustina Destro. Tremonti era accompagnato da Benedetto Fiori, presidente del Parco Dolomiti, e da Luigi Tremonti, già presidente dell’Ater.
In sala, ha cercato di glissare i giornalisti, cedendo su una sola domanda: la riforma delle Province e la cancellazione della sua, appunto di Belluno. «Chiuderle? Ho sempre sostenuto che dipende dalla dimensione e dalla posizione», la prende alla larga l’ex ministro.
Belluno, dunque, sì o no? «Io vengo dalla Valtellina che è un microcosmo compiuto. Lì ha senso la Provincia perchè la Provincia è lo Stato. Ci sono la Prefettura, i grandi uffici pubblici, le scuole superiori». Anche la provincia delle Dolomiti è un microcosmo, pertanto – proviamo ad insistere - andrebbe salvata. «Credo - ha proseguito Tremonti - che in molti posti d'Italia sia così, anche Belluno, che è una realtà territoriale di montagna ed ha una sua identità culturale. In altri posti no. Le province di Milano o di Roma non so neppure dove siano, dunque c'è posto e posto». Una posizione, quella dell’ex esponente del governo Berlusconi, che è più vicina all’impostazione della Lega Nord che del Pdl. E tale posizionamento Tremonti lo dimostrerà anche nella denuncia del fallimento del Governo Monti (“la fiducia gliel’ho votata solo una volta”). Soffermandosi sui risparmi che un processo di aggregazione delle province potrebbe introdurre, come nel caso di Belluno e Treviso, Tremonti ha fatto osservare che «il vecchio Stato era disegnato in modo tale che c'erano le strade vicinali e le scuole comunali. Poi salivi di livello, non c'erano le Regioni c'erano strade provinciali e scuole superiori». «Se pensi di risparmiare tutto devi perciò eliminare le strade provinciali, che mi sembra difficile. Quindi il risparmio non è l'intero capitolo ma è una quota dei costi di funzionamento. Il risparmio viene fuori ma è il caso di guardare la carta geografica e l'elenco del telefono e capisci quanta gente c'è». «Io so che nel decreto salva Italia le province dovevano essere eliminate e sono rimaste. Adesso c'è una legge sul loro riordino che deve essere approvata da un'altra legge. È un po' complicato». Più accattivante, dunque, la prospettiva della macroregione del Nord? Non facciamo in tempo a concludere la domanda che Tremonti è già in sala.
Francesco Dal Mas
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