Treni, i sindaci scendono a Venezia

Una delegazione di amministratori di tutta la provincia presenterà un decalogo di richieste per avere un servizio migliore
Di Martina Reolon
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto

BELLUNO. «Speriamo vivamente che la Regione smetta di “bastonare” solo la provincia di Belluno, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Soprattutto, se vogliamo che il nostro territorio possa svilupparsi in un’ottica turistica serve decisamente un cambio di direzione». A spiegare le istanze che gli amministratori bellunesi porteranno questa mattina a Venezia è l’assessore al turismo di Ponte nelle Alpi, Monica Camuffo.

Oggi una delegazione composta da sindaci e rappresentanti di Comuni di tutta la provincia incontrerà la Direzione mobilità della Regione Veneto. Sul tavolo, ancora una volta, la questione “scottante” del trasporto ferroviario. «Tutti i sindaci hanno ricevuto la convocazione», sottolinea la Camuffo, «saranno presenti Jacopo Massaro, rappresentanze da un po’ tutto il Cadore, Alpago e Agordino. La riunione è rivolta anche all’alta Trevigiana, da Vittorio Veneto a Fregona e Cappella Maggiore».

Le richieste del territorio provinciale riguardano sia azioni nell’immediato, «che non comportano nuove spese e per cui la Regione dovrebbe venirci incontro senza fatica», spiega la Camuffo, sia interventi a medio termine, «su cui vogliamo certezze e non che si continui a dirci “si farà”. Le linee bellunesi», aggiunge l’assessore, «sono l’esempio lampante di aree in cui l’orario cadenzato crea difficoltà difficilmente risolvibili. Per questo chiediamo di associare due coppie di treni diretti che possano rispondere realmente alle esigenze di pendolari e di turisti».

Tema cruciale, emerso anche a seguito della “denuncia” degli Amici della bicicletta-Fiab di Belluno, è quello del servizio trasporto bici, praticamente annullato dopo la riapertura della tratta Ponte nelle Alpi- Calalzo. «Veramente un assurdo», evidenzia la Camuffo, «dal momento che la Regione da una parte investe in piste ciclabili e dall’altra penalizza il cicloturismo in questo modo. Non bastano treni che possono ospitare una o due bici, ma devono essere attrezzati per un numero congruo. I mezzi ci sono, quindi aspettiamo che da Venezia si muovano per potenziare le linee in questo senso. E se proprio non riescono, mettano una parte dei vagoni normali a disposizione delle biciclette. Ma deve esservi l’autorizzazione della Regione, la responsabilità non può cadere su capotreno o macchinisti».

Un altro problema da risolvere nell’immediato è quello delle coincidenze. «A Conegliano, per esempio, ci sono scarti da uno o due minuti. Capita che un capotreno aspetti, in altri casi invece no. E ci si ritrova a dover attendere un’ora per prendere il treno successivo». E, alla luce della nuova gara per la gestione del servizio, gli amministratori bellunesi intendono segnalare il fatto che Belluno, dalle 20.30 in poi, è praticamente isolata. «Dopo le 20.41 non esiste più alcun mezzo pubblico che colleghi Conegliano a Belluno», precisa la Camuffo, «e l’ultimo treno da Venezia è alle 19.40. Arrivati nel capoluogo, non ci sono più corse verso Calalzo. In pratica restiamo fuori dal mondo».

A medio termine, da Belluno si chiedono lumi sulle promesse in merito ai piani di investimento per materiali rotabili (dismissioni e rinnovo), per le linee e le stazioni, per la sistemazione dei sottopassaggi, sulla cui effettiva messa in opera a oggi non è ancora arrivata alcuna rassicurazione. «Portiamo a Venezia anche la segnalazione dei pendolari, per sapere se i rimborsi per le soppressioni e i ritardi dei treni ci saranno oppure no», mette in risalto l’assessore di Ponte. Ma durante l’incontro si parlerà pure del coordinamento tra gli orari Trenitalia e le autolinee provinciali, dell’istituzione del biglietto unico gomma-rotaia, della necessità di un superamento dell'attuale modello orario invernale/orario estivo, che vede il taglio netto e irrazionale del servizio durante l’estate. «Sulle istanze che riguardano azioni a medio termine, ci rendiamo conto che implicano nuove spese. Possiamo anche accettare che ci voglia tempo. Ma chiediamo certezze. Se ci viene detto che un progetto sarà realizzato entro un anno, poi deve essere così. Chiediamo anche chiarezza sui ruoli, per sapere a chi rapportarci. E diciamo basta ai rimpalli di responsabilità».

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