Treni in tilt per la neve: «Una Caporetto»

BELLUNO
«Con il maltempo abbiamo assistito a una vera e propria “Caporetto del servizio ferroviario”. Questo piano neve va rivisto, perché così non funziona». I referenti di Trenibelluno.it, l’associazione che comprende pendolari ed esperti di treni, bocciano su tutti i fronti le soluzioni messe in campo da Trenitalia e Rfi per far fronte alla copiosa nevicata di lunedì scorso.
«I primi disagi sono iniziati la mattina di domenica 27», ricorda Alessandro De Nardi di Trenibelluno.it, «quando, malgrado il bel tempo e senza un’apparente motivazione, un treno da Belluno è arrivato a Conegliano con 133 minuti di ritardo. Da qui è stato un precipitare del servizio», sottolinea ancora De Nardi, che si fa interprete della rabbia dei pendolari, rimasti appiedati nell’ultima settimana. Anche se ormai la neve dai binari era scomparsa.
«Lunedì, viste le avverse previsioni meteo, è scattato il piano neve e qui c’è stata la vera disfatta», prosegue l’esponente di Trenibelluno.it. «Per far fronte alla nevicata di inizio settimana, domenica alle 18.30 era stata annunciata l’adozione del “piano neve e gelo”, vale a dire una riduzione del numero delle corse predisposta da Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia per far fronte ai problemi che la neve e il ghiaccio provocano alla circolazione dei treni. Peccato che solo in tarda serata i più fortunati sono riusciti a conoscere il programma delle corse cancellate», spiegano dall’associazione.
La neve annunciata è poi arrivata: «Pochi centimetri in pianura, circa mezzo metro a Calalzo - Pieve di Cadore - Cortina. E così sono arrivati anche gli inconvenienti per treni e viaggiatori».
La situazione nel Bellunese è diventata particolarmente difficile dalla tarda mattinata di lunedì in poi, con i marciapiedi in alcune stazioni occupati dalla neve per tutto il giorno, con nuove cancellazioni di corse; con ritardi anche superiori all’ora per i treni che tentavano di passare a Ponte nelle Alpi, con alcuni mezzi fermi in pieno percorso per ore, con la linea tra Montebelluna e Feltre di fatto chiusa dalle 13 in poi e con quella tra Ponte nelle Alpi e Belluno chiusa dalle 18.30 in poi: «Evidentemente qualcosa del “piano neve” non ha funzionato», dicono ancora dall’associazione. «Un treno è rimasto fermo per due ore ad Ospitale, per arrivare poi con 155 minuti di ritardo a Calalzo». Il piano neve è ancora attivo e questo causa una riduzione sensibile di corse: «Su Calalzo, ad esempio, in questi giorni hanno circolato quattro delle nove corse previste».
Ieri sulle 25 corse previste in provincia, 15 sono state cancellate, le altre sono state rimpiazzate dal bus sostitutivo. Oltre a questo disastro, le comunicazione di Trenitalia e Rfi sono arrivate a dir poco tardive. «Questi disagi si sono registrati in un momento di limitazione della circolazione, ma se si parla di turismo e vivibilità della provincia queste cose sono difficili da accettare. Non si può pensare di far passare per emergenza anche l’ordinarietà».
Inevitabile lo sfogo: «Il treno dev’essere sempre il mezzo di trasporto più sicuro e affidabile per muoversi, anche con la neve, soprattutto tra le Dolomiti con velleità mondiali. Pertanto, vista la Caporetto ferroviaria, va urgentemente migliorato il “piano neve”», chiarisce De Nardi. «Serve una pianificazione più attenta, fatta mesi prima, per provvedere al taglio sistematico della vegetazione vicina al binario o al regolare funzionamento dei deviatoi grazie agli impianti antigelo automatici e all’installazione di questi sistemi dove mancano. Purtroppo anche nei giorni scorsi i treni si sono fermati per gli scambi che non funzionavano col ghiaccio e per gli alberi curvati sulle rotaie sotto il peso della neve. E l’entità dei disservizi è stata tale da credere che non si sia trattato di casi isolati. Speriamo che prima del disgelo di giugno, le criticità siano risolte», conclude De Nardi. —
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