Treno delle Dolomiti: firmato il decreto per il confronto fra i tre tracciati
Un piccolo passo avanti per il progetto del treno delle Dolomiti, che dovrebbe collegare Calalzo a Dobbiaco. Per quale via ancora non si sa. Ci sono varie ipotesi al vaglio: da Calalzo a Cortina e poi fino a Dobbiaco per la Val d’Ansiei oppure per la Valle del Boite, oppure collegando le due vallate. Venerdì l’assessore ai trasporti, Elisa De Berti ha firmato il decreto che autorizza lo studio di approfondimento dei tre tracciati.
«Il decreto è stato inviato alla Provincia per la sottoscrizione e per il trasferimento dei 200 mila euro per lo studio», commenta l’assessore. Somma che la Regione attendeva da oltre un anno per poter partire. «Ho sentito il presidente Roberto Padrin il quale mi ha assicurato che nel giro di qualche giorno l’ente verserà la somma dovuta». De Berti rassicura che «non appena avremo i soldi, affideremo subito l’incarico per il confronto tra i tre progetti. Spero entro la fine dell’anno di avere il risultato. Questo ci permetterà di dire al territorio qual è il tracciato migliore. La scelta definitiva sarà in capo alla Regione», sottolinea l’assessore che aggiunge: «Una volta individuato il progetto migliore, bisognerà stanziare i soldi per lo studio di fattibilità tecnico-economica che corrisponde, di fatto, ad un’analisi costi-benefici».
Intanto non si placa la polemica tra l’assessore veneto De Berti e il deputato del Pd, Roger De Menech sui soldi per l’elettrificazione dell’anello basso della ferrovia nel Bellunese. «Al Pd veneto e a De Menech la memoria fa assai difetto. O forse prevale il desiderio di far dimenticare le bugie raccontate ai territori nel periodo del governi Renzi e Gentiloni», commenta l’assessore ai trasporti. «Siccome i fatti sono i fatti, e le balle sono le balle, aggravate dal fatto che vengono raccontate a migliaia di pendolari che chiedono soltanto efficienza e puntualità», prosegue l’assessore, «rinfrescherò la memoria di De Menech. L’11 gennaio 2018, quando venne firmato a Venezia il contratto con Trenitalia, alla presenza dell’ex ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, questi mi manifestò il suo disappunto perché in precedenza avevo sollevato sui giornali perplessità e dubbi sul fatto che i soldi fossero stati stanziati realmente tutti. Delrio, risentito, disse che i soldi c’erano. Ora, dal momento che le cifre non mentono mai: l’elettrificazione completa del piano Delrio è pari a 230 milioni. I governi Renzi e Gentiloni ne hanno stanziati soltanto 100, ma De Menech ha sempre venduto uno stanziamento di 230 milioni, mentendo ai cittadini e ai pendolari, e ben sapendo di mentire», prosegue l’assessore.
«Perché, così come sono stati stanziati i primi 100 milioni, i governi Renzi e Gentiloni non hanno aggiunto anche gli altri 130?», si chiede l’assessore. «La verità è che questi soldi non ci sono mai stati. Io non ho mai polemizzato sull’argomento perché la polemica non mi interessa, ma non posso sopportare che si menta in modo così spudorato. Noi continuiamo, come abbiamo fatto nel passato, a sollecitare chi di dovere senza prendere in giro nessuno».
Immediata la risposta di Roger De Menech. «Fino a ieri per l’assessore regionale il contratto di programma tra Stato e Rfi non era stato firmato. Oggi è costretta a rettificare e ammettere l’esistenza di uno stanziamento di 100 milioni per l’elettrificazione del bellunese. Speriamo che, un passo alla volta, i lavori si riescano a fare», dice De Menech. «Nella scheda del contratto di programma con Rfi sono indicati 132 milioni per il 2018, già finanziati, 60 nel 2019 da finanziare e 10 per ogni anno nel 2020 e 2021. Tocca a questo governo erogare a Rfi i fondi stanziati. La Regione provi ad attivarsi». —
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