Treno delle Dolomiti, progetto in stallo De Berti: «È il territorio che non decide»

belluno«Sto aspettando da un anno e mezzo che la Provincia di Belluno giri alla Regione i 200 mila euro che derivano dai Fondi dei comuni confinanti, assegnati dall’allora referente Roger De Menech,...

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«Sto aspettando da un anno e mezzo che la Provincia di Belluno giri alla Regione i 200 mila euro che derivano dai Fondi dei comuni confinanti, assegnati dall’allora referente Roger De Menech, per assegnare a un professionista l’incarico di confrontare i tre tracciati del Treno delle Dolomiti. Fino a quando la situazione non si sbloccherà, saremo fermi».

All’assessore veneto ai trasporti Elisa De Berti non va proprio giù questa situazione di incertezza e di stallo creatasi intorno a quest’opera e tiene a sottolineare che il mea culpa spetta alla Provincia. «La Regione è pronta e decisa a realizzare il Treno delle Dolomiti, ma sembra che il territorio non lo sia. E questo dispiace. Se non si sanno prendere decisioni nell’interesse comune, è difficile che un territorio sappia poi gestirsi in modo autonomo», lancia la stoccata l’amministratrice veneta.

Per De Berti, se tutto fosse andato come sperato, «a quest’ora staremo parlando dello studio di fattibilità del treno. E invece non siamo neanche all’inizio del percorso». Percorso che è lungo e costoso. «Dobbiamo prima incaricare un ingegnere dei trasporti di confrontare i tre tracciati: quello della valle del Boite, della val d’Ansiei e quello che cerca di mettere insieme questi due. Per fare questo servono risorse», sottolinea l’assessore. «Dei 200 mila euro che attendiamo da Palazzo Piloni 40 mila andranno al professionista e gli altri 160 mila serviranno per ulteriori approfondimenti geologici e tenici in vista dello studio di fattibilità che costerà ben 700 mila euro, soldi che vanno trovati».

De Berti, a questo proposito, fa sapere che «qualche tempo fa dal Bellunese è giunta in Regione una lettera in cui viene chiesto alla giunta veneta di sottoscrivere un documento per precisare che i 200 mila euro servono per lo studio di fattibilità. Lettera di cui nessuno, a Palazzo Piloni, sapeva nulla. Lo ribadiamo, quindi, per chi non avesse capito: per lo studio di fattibilità servono 700 mila euro!».

L’assessore si dice dispiaciuta di questi ritardi che stanno mettendo a rischio la realizzazione dell’opera. «Siamo fermi perché il territorio ha dimostrato di non sapere prendere una decisione per evitare di litigare e ha scelto la strada più semplice, quella del terzo tracciato che unisce le due ipotesi principali. La Regione è decisa a realizzare il treno, anche perché sarebbe un peccato non andare avanti ora che siamo in ballo con Stoccolma per le Olimpiadi. L’ideale sarebbe arrivare a questo appuntamento sportivo con il treno già concluso. Ma i tempi sono ormai lunghi. Se si fossero già fatti i primi passaggi, ora potremmo discutere dello studio di fattibilità e quindi il treno delle Dolomiti potrebbe essere un po’ più vicino. Ma noi attendiamo». —



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