Trentadue Comuni bellunesi tornano al voto a maggio per sindaco e consiglio
BELLUNO
«Stiamo pensando seriamente di restacene a casa». È Andrea De Bernardin, sindaco uscente di Rocca Pietore, a dare la misura di quanto sia dura fare il sindaco di un piccolo paese di montagna oggi. A maggio sarà di nuovo tempo di elezioni e, oltre alle europee, si voterà anche in 32 comuni della provincia di Belluno, ma trovare candidati sindaci e soprattutto persone disponibili ad entrare in lista diventa ogni anno più difficile. Le trattative, dunque, sono in alto mare un po’ ovunque ma c’è già qualche movimento. La maggior parte dei sindaci uscenti è ricandidabile, anche perché nei comuni sotto i 3 mila abitanti, la maggior parte, c’è il terzo mandato, ma per qualcuno è venuto il momento di passare il testimone.
L’appuntamento di maggio esclude i Comuni più grandi, ma coinvolge tutti i centri della parte bassa, dove le sfide si presentano interessanti. La maggiore curiosità arriva dal neonato Borgo Valbelluna, con i suoi 13.747 abitanti. I tre sindaci uscenti si stanno organizzando per ripresentarsi in un’unica lista che dovrebbe avere come candidato Stefano Cesa, ma al lavoro ci sono anche altri soggetti, senza dimenticare che la Lega ha lanciato una sfida a se stessa e intende presentarsi, ovunque sarà possibile, con il proprio simbolo. Trichiana è anche il paese di residenza del deputato del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà e in molti si chiedono se alle elezioni di Borgo Valbelluna ci sarà una loro lista, ma al momento il ragionamento è prematuro, così come sono solo voci, per ora, quelle che danno un ritorno di Giorgio Balzan e di Flavia Colle.
C’è attesa per la Lega anche a Sedico, dove per Stefano Deon centrare la rielezione non sarà una passeggiata. Il suo ex assessore Alessandro Buzzatti sta lavorando da tempo per candidarsi, ma non ha ancora convinto il partito di Salvini che ha già almeno un paio di nomi spendibili, da Badole a De Paris.
Se a Longarone il sindaco uscente e presidente della Provincia Roberto Padrin dovrebbe essere blindato, a Ponte nelle Alpi e Limana il centrosinistra uscente sa che dovrà vedersela con un centrodestra agguerrito. A Ponte nelle Alpi si attende la ricandidatura di Paolo Vendramini che potrebbe perdere qualche pezzo e trovarsi di fronte Enrico Collarin, con l’incertezza data dalla scelta di campo dell’attuale vice Enrico De Bona. A Limana, invece, le liste che avevano sfidato Milena De Zanet cinque anni fa stanno lavorando per trovare una strada comune, con la Lega in testa. Tra i Comuni più popolosi c’è Santa Giustina, dove finisce l’era di Ennio Vigne e a proposito di sindaci non ricandidabili, ci sono anche Lino Paolo Fedon di Domegge, dove sono in molti al lavoro per la creazione di due liste. Più difficile trovare disponibilità a Lozzo per sostituire Mario Manfreda, che sta terminando il suo terzo e ultimo mandato.
Restando in Cadore, a Calalzo Luca De Carlo (FdI) sta per cedere alla terza candidatura ma stavolta il centrosinistra assicura di volerlo sfidare sul serio. Si attendono le decisioni dei sindaci uscenti e ricandidabili nel resto della valle (Cibiana e Danta) e in Comelico (Santo Stefano, San Pietro, Comelico Superiore e San Nicolò) e uno dei nodi è a Lorenzago, dove il sindaco Mario Tremonti non si ripresenta. A Ospitale di Cadore Livio Sacchet ha già fatto tre mandati e trovare un sostituto tra i 281 abitanti non appare semplice, mentre a Perarolo può ripresentarsi Pier Luigi Svaluto Ferro.
Numerosi i comuni dell’Agordinoche vanno al voto, compreso il capoluogo di vallata, dove l’intera squadra uscente, quella del sindaco Sisto Da Roit ha annunciato di volersi fermare. Il centrosinistra si sta già organizzando con Roberto Chissalè e al lavoro per Agordo ci sono anche Forza Italia e la Lega, ma ancora non si trova un nome disponibile a correre da frontman.
Si vota anche ad Alleghe, dove è rieleggibile Siro De Biasio, La Valle Agordina che dovrebbe vedere la conferma della disponibilità di Ezio Zuanel e Livinallongo del Col di Lana dove il sindaco uscente Leandro Grones, rieleggibile, non ha ancora sciolto le riserve.
A Rocca Pietore Andrea De Bernardin è di fronte a un terzo mandato, ma il sindaco leghista appare demoralizzato: «Ho sempre detto che 5 anni sono pochi, 10 sono giusti e 15 troppi. Sto valutando cosa fare, perché il lavoro dei prossimi anni, per sistemare i danni dell’alluvione, saranno incredibilmente duri e serve un sindaco a tempo pieno. Al momento non ho una lista nè un gruppo che ci stia lavorando». La Lega, come spiega il segretario di Belluno Paolo Luciani, spera che De Bernardin superi la comprensibile fase di sconforto, mentre i possibili sfidanti sono ancora in alto mare ma il Bard potrebbe essere interessato a correre.
A San Tomaso è ricandidabile Moreno De Val e lo stesso accade a Taibon con Silvia Tormen, a Vallada con Fabio Luchetta, che è anche presidente dell’Unione montana, e a Voltago con Bruno Zanvit.
Nel feltrino l’unico sindaco che ha concluso i mandati disponibili è Maria Teresa De Bortoli di Pedavena, dove il centrosinistra vorrebbe proseguire con Franco Zaetta ma si parla anche di Nicola Castellaz; mentre a Quero Vas Bruno Zanolla può ripresentarsi, come Dario Scopel a Seren del Grappa e, ad Arsiè, Luca Strappazzon che però ha in corso una faida con la Pro loco. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi