Trento e Bolzano si organizzano sui passi
LIVINALLONGO. «Sorpresa. Anzi no. Trento e Bolzano si muovono in autonomia. Ancora una volta ci considerano i parenti poveri». Così Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, alla notizia dell'istituzionalizzazione, fra Trento e Bolzano, del tavolo interprovinciale sulla chiusura di passo Sella, per 10 giornate, la prossima estate. Chiusura, s'intende, al traffico privato.
«Il passo Sella è nel loro territorio, quindi non abbiamo nulla da eccepire sulla decisione di autoconvocarsi; però il riverbero del provvedimento tanto discusso si ripercuoterebbe anche sugli altri 3 passi», insiste il sindaco di Livinallongo, «e in particolare sul Pordoi, con un aumento o una diminuzione di auto sulle nostre strade. Le due Province useranno la cortesi di discuterne anche con noi?».
Al primo tavolo, gli amministratori trentini e sudtirolesi hanno sottoscritto anche un accordo di programma. Lo hanno firmato gli assessori provinciali Florian Mussner (mobilità) e Richard Theiner (ambiente) assieme all'assessore trentino Mauro Gilmozzi.
Coinvolti nel progetto anche il sindaco di Selva di Val Gardena, Roland Demetz, il primo cittadino di Canazei, Silvano Parmesan (ma c'è un giallo, al riguardo: sembra che il sindaco non abbia partecipato), nonché i vertici di Comun Generela de Fascia e APT Valle di Fassa e le associazioni turistiche Gardena e Alta Badia.
«Un passo importante che ha posto le basi per un piano di mobilità sostenibile», ha detto Mussner. Non c'era, dunque, Belluno, territorio nel quale si trovano i versanti veneti del Pordoi e del Campolongo. Tra i compiti del gruppo di lavoro c'è la definizione di calendario e orari dei cosiddetti “green days” (le giornate di stop al traffico) a Passo Sella per l'estate 2017, specifiche azioni per garantirne regolarità ed efficacia tramite controllo degli accessi, comunicazione e coinvolgimento degli operatori economici. Le misure dovranno inoltre coordinare gli interventi infrastrutturali - si legge nella nota diffusa dalle due Province - per promuovere la mobilità sostenibile (e-bike, navette private), monitorare i flussi di auto private sino all'autunno del prossimo anno. Nei “green days”, ha spiegato l'assessore Theiner, «l’accesso alle auto sarà limitato per sperimentare nuove forme di tutela di un ecosistema particolarmente delicato come quello delle Dolomiti. In queste giornate passo Sella sarà riservato a ciclisti, escursionisti e ai veicoli elettrici».
Il proposito è inoltre quello di coordinare le corse del servizio di trasporto pubblico locale, con un orario integrato congiunto Alto Adige-Trentino, e integrare l'offerta con gli impianti a fune sul passo. In cantiere anche le proposte per potenziare le aree per i posti auto e le biciclette.
«Non si tratta dunque di un divieto di transito, bensì di un management complessivo con l'obiettivo di offrire una mobilità integrata», ha affermato l'assessore trentino Gilmozzi. A maggior ragione diventa importante la più ampia rappresentanza e partecipazione degli interessi coinvolti sin dalla fase di pianificazione. Raggiunto questo accordo di fondo, «adesso si lavora per sviluppare un piano dinamico che si concentri sul migliore uso dei diversi mezzi di trasporto», ha concluso Mussner.
Immediate le obiezioni. Osvaldo Finazzer, albergatore sul Pordoi e coordinatore degli operatori turistici dei passi dolomitici, convocherà subito dopo l'Immacolata gli associati per organizzare la mobilitazione. Allo studio anche la proposta di serrata nei giorni di chiusura del passo Sella.
«E' una provocazione, quella dell'assessore Gilmozzi, secondo cui non siamo davanti a una chiusura. Le auto, nell'orario di stop agli autoveicoli, possono o no salire? Se non possono, è evidente la chiusura. Ci prendono in giro».
Finazzer non ha dubbi sul fatto che lo stop sul Sella avrebbe conseguenze negative su tutti gli altri passi e, a suo avviso, una decina di giornate di limiti avrebbero una ripercussione economica molto pesante. Per contro, sono arrabbiati anche gli ambientalisti. «Convocano il tavolo, che noi abbiamo sollecitato da anni, e proprio noi ambientalisti siamo gli unici ad essere esclusi», protesta Luigi Casanova, di Cipra, «ma che democrazia è? A parte il fatto che 10 giornate di limitazioni, una alla settimana, sono davvero una burla». (f.d.m.)
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