Trento gela il Veneto: "La Valdastico nord un doppione caotico"
Trentini assenti al convegno di presentazione del progetto autostradale
Il governatore Luca Zaia e accanto il tracciato della Valdastico
VICENZA.
Come andare ad un matrimonio senza la sposa. La sala è piena di invitati, dal Trentino sono arrivati i testimoni, il Veneto presenta un promesso sposo un po' attempatello ma molto in arnese, Attilio Scheck, il direttore del Giornale di Vicenza Ario Gervasutti officia il rito, tutti ascoltano riverenti. Ma la sposa che deve dire sì, dov'è?
E' inutile aspettarla, è rimasta a Trento. Possiamo pure intonare «quando saremo fora fora della Valsugana», oppure «la montanara ohè», tanto quella non ha nessuna intenzione di muoversi. Non vuole sposarsi. L'incredibile convegno organizzato ieri in Fiera a Vicenza (peraltro molto affollato) per sostenere la necessità di completare l'autostrada Valdastico Nord, ha mancato completamente l'unica ragione che aveva: portare i trentini a dire di sì. Sono 40 anni che dicono di no. Oggi sono 40 anni e un giorno.
Zaia ammette.
Non che Attilio Schneck, presidente della Provincia di Vicenza ma soprattutto dell'Autostrada Brescia-Padova spa, non ci abbia provato. Si è portato un fior di testimone, Claudio Eccher, vicepresidente del consiglio provinciale di Trento, leghista come lui, a dire di sì. Purtroppo Eccher non era la sposa: la Lega è in minoranza nella Provincia autonoma di Trento, dove comanda il centrosinistra, che ha un presidente, Lorenzo Dellai, da sempre contrario al completamento della Valdastico Nord. E Dellai non ha cambiato idea, come spieghiamo a fianco. Ha dovuto riconoscerlo, con molta onestà, il presidente del Veneto Luca Zaia, sostenendo la necessità di un tavolo nazionale per cercare un accordo: «Mia mamma mi diceva che si prendono più mosche con il miele». Ma chi dovrebbe convocare questo tavolo? «Mi auguro il ministro Matteoli», risponde Zaia. E quando? «Al più presto», continua ad augurarsi Zaia.
Secondo equivoco.
Senza offesa, ci facciamo la birra con queste garanzie. Anche perché Zaia non scioglie il secondo equivoco: la concorrenza tra Valsugana e Valdastico Nord. Anche la prima diventerà autostrada, o meglio supestrada a pagamento con esenzione per i residenti, nel tratto veneto: ha già un project financing, presentato nel 2009 da Pizzarotti, Mantovani, Cordioli e Cis, con tracciato contestatissimo sulla destra Brenta, messo in gara dalla Regione con obbligo di rifare il progetto sulla sinistra Brenta, cinque cordate partecipanti, gara non ancora conclusa, costo sui 1.200 milioni di euro. I trentini sostengono: o l'una o l'altra. Tocca al sindaco di Vicenza Achille Variati andare al microfono per mettere a nudo l'equivoco: «Zaia deve scegliere, altrimenti si farà solo la Valsugana che non ha bisogno di tavoli nazionali». Ma Zaia è già lontano. L'assessore Renato Chisso, sentito da noi al telefono, ribadisce la sostenibilità di entrambe, flussi di traffico alla mano. Ma sono i trentini da convincere.
La concessione.
Schneck lo dice chiaramente: senza il progetto definitivo della Valdastico Nord approvato entro giugno 2013, la Brescia-Padova perderà la concessione nel 2026. Completare l'autostrada è questione di sopravvivenza per la spa. «La Valdastico è inserita nella legge Obiettivo, noi siamo pronti, una sentenza dell'alta corte si obbliga all'accordo con i trentini, pensiamo che si convincano dell'interesse generale dell'opera».
I trentini.
Claudio Eccher sarà leghista ma non è un tipetto facilissimo: «Leggo sui giornali di oggi una dichiarazione di Schneck: il no dei trentini non conta nulla. Questo è un sistema sbagliato di procedere, ma lui mi ha già chiarito che non l'ha mai detto. Penso che un'opera pubblica vada completata non per i veneti o per i trentini, ma perché altrimenti non bisognava neanche cominciarla. Sono per il completamento della Valdastico Nord ma non con progetti calati dall'alto».
In sala molti esponenti dell'imprenditoria veneta e trentina: i veneti spingono decisamente sull'acceleratore, i trentini chiedono rettifiche al tracciato. Ma chissà perché ai progettisti veneti queste richieste non risultano.
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