Tribunale accorpato «Solo disagi e costi aumentati per tutti»
BELLUNO. «L’accorpamento della sede del tribunale di Pieve di Cadore con quella di Belluno non porterà in realtà benefici, ma solamente disagi per i dipendenti e per l’utenza, oltre che nuovi costi aggiuntivi».
A dirlo è Andrea Adragna, ufficiale giudiziario di Pieve di Cadore e sindacalista della Cisl Fp, che da lunedì sarà costretto a fare ogni giorno la spola fino a Belluno insieme con gli altri cinque colleghi (due ufficiali e tre cancellieri). E confessa: «Sto seriamente pensando di lasciare la montagna perché questa situazione di pendolarismo in un territorio come questo, crea un tale disagio che uno deve anche valutare se è preferibile andare in una grande città con maggiori comodità, servita dai mezzi pubblici piuttosto che rimanere qua».
La chiusura della sede staccata cadorina porterà dunque con sè, come anticipa chi ci lavora, dei notevoli disagi. «Ma il problema principale è che la parte alta della provincia verrà privata di un servizio essenziale se si considerano non solo i numeri, ma anche il punto di vista sociale. Come è possibile pensare che un anziano, magari di Santo Stefano di Cadore, venga in inverno a Belluno con la neve alta e il ghiaccio sulle strade? Si doveva fare di più per cercare di non far ricadere i tagli lineari decisi dal governo anche sulla montagna. A Bassano del Grappa si sono mobilitati non solo avvocati, ma anche magistrati, cittadini e istituzioni per evitare la chiusura del tribunale, ottenendo una proroga, qui invece abbiamo visto soltanto una debole protesta degli amministratori, non ci sono stati movimenti compatti».
L’esponente della rsu Cisl sottolinea come il mantenimento del giudice di pace, per contro, sia più costoso dell’ex tribunale. «Bastava uno sforzo in più per ottenere una proroga alla chiusura».
E c’è poi il problema delle notifiche. «Soltanto una piccola parte viene consegnata via posta, mentre il grosso è a cura degli ufficiali giudiziari che dovranno partire da Belluno per andare in Cadore per la consegna e poi tornare giù di nuovo a Belluno per altri adempimenti: insomma si rischia di andare su e giù almeno quattro volte al giorno con un aggravio di costi per i cittadini, visto che l’indennità di trasferta sarà raddoppiata rispetto a quella attuale. Chi sarà incaricato delle esecuzioni giudiziarie quali sfratti e pignoramenti, se non gli ufficiali giudiziari? E questo succederà anche con metri di neve, visto che ci sono adempimenti che devono avvenire entro un determinato tempo. Ciò rischia di mettere in serio pericolo la vita degli ufficiali giudiziari che devono percorrere strade con ogni condizione meteo. Non è la prima volta che qualcuno fa un incidente con la propria auto e lo Stato non rimborsa nulla, perché dice che dobbiamo usare i mezzi pubblici. S’immagina usare i mezzi pubblici qui da noi? Anche solo per consegnare un atto qui si rischia la vita».
Intanto, in questi giorni il comune di Belluno ha dovuto intervenire d’urgenza individuando la cooperativa Lavoro associato per eseguire il trasferimento dei faldoni degli atti penali e civili e del mobilio della sede staccata di Pieve. Un’attività di trasloco e facchinaggio che costerà a Palazzo Rosso quasi 29 mila euro.
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