Tribunale e procura a rischio chiusura

Il presidente dell’Ordine De Col preoccupato: «Siamo percepiti come un ufficio che in quattro o cinque anni può cessare»
Belluno, 9 marzo 2010. L'ex Comandante dei vigili urbani Danilo Salmaso si rpesenta in tribunale per il processo a suo carico per omissione in atti. - L'ex comandante dei vigili urbani di Belluno Salmaso mentre entra in tribunale
Belluno, 9 marzo 2010. L'ex Comandante dei vigili urbani Danilo Salmaso si rpesenta in tribunale per il processo a suo carico per omissione in atti. - L'ex comandante dei vigili urbani di Belluno Salmaso mentre entra in tribunale

BELLUNO. Tribunale a rischio prescrizione. L’allarme su una possibile chiusura del palazzo di giustizia è lanciato dagli avvocati bellunesi. I legali sono sempre di più - 300 e passa, il doppio rispetto a vent’anni fa - mentre i numeri di Procura e Tribunale sembrano troppo piccoli perché si possa garantire la loro sopravvivenza. Eppure sta per arrivare il nuovo procuratore della Repubblica, Paolo Luca e la pianta organica dei magistrati è salita da undici a dodici nella recente revisione. Segnali che farebbero pensare a un destino diverso, in via Segato. Anche di questo l’Unione Triveneta degli avvocati parla stamattina, in un incontro a palazzo Fulcis

«Un rischio che respiriamo, perché i numeri piccoli del tribunale non ci favoriscono», sottolinea il presidente dell’Ordine, Marc De Col, «ormai si affermano quali debbano essere i parametri ottimali in termini di magistrati e di contenzioso per giustificare l’esistenza di un ufficio. E sono tutti maggiori di quelli raggiunti da Belluno, che ha in pianta organica 11 magistrati (saliti a 12), ma ha anche un settore civile in sofferenza: per un giudice che arriva ce n’è uno che se ne va. Ci sono stati periodi di carenza di due magistrati civili su cinque. Nel penale, la situazione è divenuta critica, con il recente trasferimento di uno dei due gip/gup, con conseguente necessità di spostare un magistrato dal dibattimento. Al tribunale sono applicati 10 magistrati onorari. Siamo profondamente preoccupati che il tribunale di Belluno possa venir soppresso».

Il gip o gup Montalto è passato alla Corte d’Appello di Trieste e la soluzione interna è Scolozzi: «Già si parla di una fase 2 della riforma della geografia giudiziaria. Dovrebbe riguardare i distretti di corte d’Appello, ma potrebbe rimettere mano ai tribunali più piccoli: nel corso degli incontri promossi dal Consiglio nazionale forense, i funzionari del ministero hanno ribadito che anche i livelli ottimali fissati a livello europeo sono tali che, per i piccoli tribunali, non ha senso continuare a esistere».

Il problema maggiore sta nel personale amministrativo: «C’è una scopertura del 30 per cento, anche per i recenti pensionamenti. L’impressione è che il nostro tribunale venga percepito come un ufficio che, nel giro di quattro o cinque anni, potrebbe chiudere. Siamo già stati graziati in occasione del primo riordino della geografia giudiziaria perché capoluogo di provincia. Non credo che sopravviveremo a un secondo riordino, se verranno applicati i parametri del ministero o dal Consiglio superiore della magistratura. Del resto, a livello normativo si sta spingendo per competenze incentrate sempre più sul distretto, come il tribunale delle imprese a Venezia. Questo non aiuta. Né aiuterebbe incardinare le sezioni del tribunale specializzato per la famiglia a Treviso. Va invece garantita la prossimità del giudice al cittadino che chiede la tutela dei diritti. Infine ci sono aree della magistratura che spingono sul taglio delle sedi piccole. Siamo ancora a livello di progetti, ma la sensazione è che non ci sia certezza di salvezza. Una prospettiva che Belluno non merita: abbiamo un tribunale che, grazie all’impegno di giudici, personale e avvocati, pur con poche risorse, funziona e garantisce un servizio fondamentale in una zona disagiata di montagna. Chiediamo maggiore attenzione e sostegno a politici e amministratori».

Gli avvocati dovranno spostarsi molto di più: «Siamo anche qualificati mediatori nei procedimenti di mediazione e con il nostro aiuto vengono conclusi accordi di negoziazione assistita, che hanno il valore del provvedimento del giudice», osserva la presidente Patrizia Corona, «il ministero ha adottato il regolamento per la costituzione delle camere arbitrali e di conciliazione da parte dei consigli degli ordini. È un’ opportunità che, non ho dubbi, sarà colta dall' ordine di Belluno, che potrà così offrire al cittadino un qualificato servizio».

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