Tribunale, scongiurato il trasferimento a Treviso
Il tribunale non si muove. Tutto il contenuto del palazzone bianco di via Segato non si sposta a Treviso, anche se negli ultimi tempi le voci di un accorpamento si erano fatte sempre più frequenti. Arrivano notizie confortanti dagli uffici romani del ministero della Giustizia e, tra le toghe, si percepisce una giustificata soddisfazione.
Non si trasloca, malgrado le carenze negli organici non manchino, soprattutto tra il personale amministrativo e i numeri siano al di sotto dei parametri previsti.
Il nuovo presidente dell’Ordine degli Avvocati, Erminio Mazzucco è uno dei portavoce più ottimisti: «Sarebbe prevista la soppressione del nostro tribunale, nell’ambito della geografia giudiziaria, ma almeno per i prossimi anni questo non succederà sicuramente. Non ci sono elementi che facciano pensare a uno spostamento della nostra sede a Treviso, tanto meno provvedimenti attuativi».
Perché Belluno può salvarsi, dopo la chiusura della sezione staccata di Pieve di Cadore del 13 settembre 2013? «Grazie alla nostra specificità. Il ministero non chiude il tribunale, perché è un presidio necessario, in un territorio montano come il nostro. Sono appena stato a Roma e anche nella capitale non sentono alcuna urgenza di fare un’operazione di questo tipo. Credo che andremo avanti ancora per diverso tempo».
Solo l’anno scorso si era parlato di soppressione della sezione fallimentare, che poteva essere un primo concreto passo. Senza contare che è sempre più difficile trovare ricambi al personale, che di anno in anno va in pensione.
Chi passa per i concorsi pubblici non viene tanto volentieri a Belluno: «Siamo sempre sotto organico, questo è matematico ed è vero che, dai magistrati di prima nomina in giù, si trovano pochi giovani disponibili a lavorare in una sede periferica come la nostra. Tuttavia anche il fatto di avere numeri al di sotto di quelli fissati dal ministero non basta a decretare la fine del nostro tribunale. Andiamo avanti, pur tra molte difficoltà».
C’è stato un momento in cui il timore di dover fare i bagagli e mettersi sull’A27 è stato molto pesante: «La mancata nomina del nuovo prefetto poteva far saltare tutto», ammette Mazzucco, «dopo l’addio di Giacomo Barbato del gennaio 2015 e il periodo con il vicario Carlo De Rogatis fino al maggio 2016 c’è stato un periodo di tale incertezza, tanto che non mancava il rischio di dover rinunciare anche al tribunale. Invece la nomina di Esposito ha sbloccato anche questa situazione. E al momento tutti i segnali che percepiamo vanno nella direzione della continuità e non della chiusura. Lo sa bene anche la presidente del Tribunale, Antonella Coniglio, con la quale sono sempre in contatto». —
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