Trocchia (Safilo): «Guai disperdere le grandi professionalità»

Dall’amministratore delegato una sorta di appello alle aziende a riassorbire i possibili esuberi. Zoppas: noi assumiamo giovani

LONGARONE

«Siamo qui per chiedere che il distretto dell’occhiale non disperda, ma anzi salvaguardi, un preziosissimo patrimonio di capitale umano, fatto di esperienza, competenze e capacità, garantendo a tutte le maestranze le migliori opportunità di ricollocazione all’interno del territorio o trovando soluzioni alternative attraverso nuova formazione e riqualificazione, anche alla luce delle nuove tecnologie e dell’industria 4.0, che stanno sempre più segnando l’evoluzione del comparto».. Così ha concluso il suo intervento l’amministratore delegato di Safilo, Angelo Trocchia. Un intervento molto atteso, anche per capire quale sarà il futuro dello stabilimento longaronese. Futuro che sarà delineato compiutamente l’11 dicembre, quando l’ad presenterà il nuovo business plan del gruppo.

Parole che molti presenti in sala hanno letto come un appello alle altre aziende ad accogliere il personale operante in Safilo che potrebbe uscire proprio con il nuovo business plan. Trocchia smentisce, ma alcuni dei manager presenti in sala hanno risposto a queste affermazioni in maniera indiretta.

Il primo è stato Giovanni Zoppas, ceo di Thelios, che nel suo intervento ha ribadito l’intenzione di assumere, ma soltanto giovani, pur dicendosi consapevole che «ci sono dei diversamente giovani da ricollocare». Una frecciata è arrivata dall’ad di Marcolin, Massimo Renon, il quale ha sottolineato, nel suo discorso, come le responsabilità per una gestione più o meno vincente di un’azienda vadano «ricercate anche nel management, visto che stiamo parlando di un settore che non è in crisi, anzi in crescita».

Sul fatto che le parole dell’ad di Safilo fossero un appello non tanto velato a riassorbire il personale dell’azienda longaronese, è d’accordo anche Giampiero Marra, della Filctem Cgil. «È chiaro che Trocchia ha suonato la grancassa, invitando le altre aziende presenti a prendere il suo personale. Un messaggio per mettere le mani avanti. D’altra parte, però, l’attuale amministratore delegato ha ereditato l’attuale situazione in cui si trova Safilo».

Trocchia, parlando di formazione, ha ricordato le 20 mila ore svolte per preservare, valorizzare e continuare a far crescere le competenze delle maestranze. «Il processo produttivo di un occhiale può arrivare fino a 200 fasi di lavorazione e in particolare nella lavorazione del metallo – di cui il nostro stabilimento di Longarone è una eccellenza – il 60% della produzione è manuale. Nelle nostre fabbriche l’età media è di oltre 40 anni, con 20 anni di anzianità aziendale, peraltro circa il 70% delle nostre maestranze è rappresentato da donne».

L’ad di Safilo, parlando a margine della necessità sempre più stringente di produrre montature ecosostenibili, ha annunciato che nella nuova collezione che sarà presentata a inizio 2020 ci saranno prodotti ecocompatibili.

Sul rispetto dell’ambiente anche nell’uso dei materiali, si sono soffermati anche Zoppas e Renon. Thelios, infatti, «grazie al patrocinio con la Regione, cercherà di entrare in contatto con l’università di Padova per uno studio sulla possibilità di utilizzo di nuovi materiali, anche riciclando quelli già in uso». «Se guardiamo al mercato», ha detto anche Renon, ad di Marcolin, «i nostri futuri clienti saranno i giovani, che ci chiedono sempre di più prodotti green. Ed è per questo che vogliamo essere la prima azienda certificata del settore per la tracciabilità dei processi produttivi». —



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