«Troppi danni per chi vive di turismo»

Il Comune chiede una soluzione rapida e condivisa per non compromettere la stagione del Lago di Santa Croce

FARRA D’ALPAGO. Dall’utilizzo della spiaggia da parte dei bagnanti, all’alaggio e al varo delle barche, fino alla pratica sportiva (a iniziare dal wakeboard, che interessa una porzione di lago non distante dalla riva): «Serve un livello d’acqua sufficiente per lo svolgimento di tutte le attività che gravitano sul lago di Santa Croce».

Cresce la preoccupazione in seno all’amministrazione comunale di Farra d’Alpago. Il livello dell’acqua del bacino alpagoto è già calato di alcuni metri negli ultimi giorni, acqua prelevata dall’Enel e convogliata giù dal passo Fadalto per consentire ai consorzi di bonifica della pianura di irrigare i campi dopo il periodo di siccità che, dicono gli agricoltori, potrebbe mettere in crisi i prossimi raccolti: «Ma mentre sul lago di Garda i Comuni rivieraschi trentini hanno detto no allo svaso (c’è una norma provinciale che glielo consente), per i laghi del Bellunese è dura mantenere il livello dell’acqua fino alla fine di agosto, periodo che gli accordi finora stipulati dai Comuni insieme a Enel e Regione individuano normalmente come limite prima dello svuotamento stagionale».

Mentre il Governo con il parlamentare Roger De Menech e la Regione con l’assessore Gianpaolo Bottacin si rimpallano le responsabilità, l’acqua continua a calare.

La Provincia di Belluno da parte sua finora non si è fatta avanti per cercare di porsi come mediatore per trovare una soluzione a un problema che, pur sotto la voce “emergenza”, si ripresenta puntualmente in periodi di magra d’acqua mettendo in crisi il turismo bellunese lacustre e l’indotto che questo crea con benefici economici per tutto il territorio. L’alternativa potrebbe essere un tavolo di confronto dove siedano amministratori locali, Regione, Enel e Stato per cercare di dirimere la questione.

«La scarsità d’acqua nel lago nel pieno della stagione turistica», spiega l’assessore comunale al turismo Fulvio Basso, che col sindaco Floriano De Pra ha incontrato Bottacin nei giorni scorsi perché vengano adottate delle contromisure attraverso un lavoro di mediazione con i consorzi irrigui del Veneto, «è un problema per il quale auspichiamo da un lato una soluzione immediata e condivisa tra Governo, Regione, Enel e Comuni interessati. Visto che la volontà di porre un rimedio, nonostante i distinguo politici, pare condivisa, diamoci da fare. Serve che collaboriamo tutti insieme a questo scopo e dobbiamo fare presto».

Lo scopo è quello di «cercare nell’immediato di avviare un confronto tra tutti i soggetti interessati per un’immediata soluzione tampone, nella prospettiva però di veder supportate le legittime richieste di chi tra soggetti pubblici e privati sta investendo nel settore turistico che riguarda i laghi di montagna».

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