«Troppi problemi per chi ha casa a Cima Gogna»

Auronzo - La protesta di un proprietario di casa 

AURONZO. Alcuni proprietari di seconde case situate a Cima Gogna protestano per lo stato di incuria in cui, a loro dire, verserebbe la frazione. A riportare lo stato di disagio Antonio Mancini, residente in Toscana ma proprietario, insieme ad alcuni familiari, di un’abitazione dove trascorre periodicamente le vacanze.

«Appena posso scappo ad Auronzo, un paradiso fino a qualche tempo fa», racconta, «siamo a Cima Gogna tutto il mese di agosto e per le vacanze di Natale e Pasqua. Da qualche tempo, però, le cose sono cambiate, in negativo. Se si va avanti così saremo costretti a non andare più in montagna e a vendere la casa».

La vicenda interessa quattro villette, ognuna delle quali in grado di ospitare una decina di nuclei familiari. «Trenta metri sopra la nostra abitazione c’è una casa rurale che da qualche tempo è stata adibita a pascolo», racconta Mancini, «sono ospitate lì otto mucche che si muovono liberamente nell’area lasciando in eredità quanto di più facile immaginare. C’è di più, perché questi animali, di grossa taglia, ce li siamo ritrovati più volte anche in giardino. Abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che presto questi animali verranno spostati altrove, speriamo mantengano la parola».

Non solo le mucche al pascolo: «C’è acqua che viene a valle continuamente, invadendo i nostri garage», prosegue Mancini, «nelle vicinanze delle nostre abitazioni c’è poi una cava che fa registrare un movimento continuo di mezzi che hanno, di fatto, distrutto la strada. Ci sono poi altre aziende che operano incuranti delle minime norme di buon vicinato, facendo rumori a qualsiasi ora del giorno e della notte. Diciamo più genericamente che la frazione vive in uno stato di totale anarchia. Siamo anche stati in Comune ad Auronzo chiedendo spiegazioni, ci è stato promesso che la situazione verrà analizzata. Aspettiamo fiduciosi, convinti che Cima Gogna sia un piccolo paradiso dove trascorrere felicemente le vacanze. Ci piacerebbe continuare a farlo». —

Dierre

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