Trovata alla Cartiera l’auto della fuga

Il guatemalteco arrestato non parla dei tre complici, ma gli inquirenti hanno ormai molti indizi a disposizione
gian paolo perona- perona- sedico- dopo la rapina ad una gioielleria di trichiana posti di blocco tra busche e santa giustina e a san gregoria delle alpi
gian paolo perona- perona- sedico- dopo la rapina ad una gioielleria di trichiana posti di blocco tra busche e santa giustina e a san gregoria delle alpi

BELLUNO. Si indaga in ogni direzione per scoprire gli autori della rapina messa a segno a Lentiai giovedì mattina. Già nella stessa serata i carabinieri di Santa Giustina sono riusciti a trovare l’auto dei due rappresentanti orafi vicentini rapinati nel parcheggio della gioielleria Pasa. La Volkswagen Passat, rubata insieme a tre valigette che contenevano gioielli ed orologi, è stata abbandonata dai malviventi al parcheggio della Cartiera e ora l’auto si trova sotto sequestro per cercare eventuali indizi lasciati dai rapinatori. A disposizione degli inquirenti c’è anche una Ford Fusion bianca, quella guidata dall’uomo fermato già giovedì pomeriggio e attualmente in custodia nel carcere di Baldenich.

L’uomo è un guatemalteco di una trentina d’anni e sudamericani sono anche gli altri tre componenti della banda riusciti a dileguarsi a bordo della terza auto coinvolta: una Fiat Bravo di colore scuro che ancora manca all’appello. Le valigette, invece, sono state recuperate a Luni di San Gregorio nelle Alpi. Ovviamente dalle valigette è sparito il carico di preziosi che i fratelli Claudio e Dino Zaccaria portavano con loro. Le indagini non sono semplici e la Procura della Repubblica, ieri, ha imposto il silenzio alle forze dell’ordine, cioè Carabinieri e Polizia in operazione congiunta.

È stato il procuratore Francesco Saverio Pavone ad interrogare il guatemalteco, che però si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo era senza documenti e sembra che l’unica informazione data su di sè fosse fasulla, cioè il domicilio a Milano e anzi, risulta che il presunto rapinatore sia senza fissa dimora. Al procuratore l’uomo ha «negato l’evidenza», cioè la sua partecipazione alla rapina e affiliazione alla banda di sudamericani autori del blitz. L’evidenza, cioè la prova che il fermato è coinvolto nell’azione, arriva dai testimoni presenti nei pressi della Gioielleria Pasa l’altra mattina, testimoni che hanno visto la Ford Fusion scappare dal luogo della rapina subito dietro alla Passat rubata.

È presto, invece, per dire se le telecamere della videosorveglianza di Lentiai (che sembra fossero fuori uso), o della gioielleria, saranno utili all’identificazione dei malviventi. Polizia e Carabinieri stanno indagando sotto il più stretto riserbo, senza tralasciare dettagli che potrebbe essere utili a trovare i tre rapinatori in fuga, oltre naturalmente la refurtiva. Gli orologi, così come i gioielli, non sono semplici da piazzare visto che si tratta di pezzi registrati e rintracciabili e gli inquirenti aspettano proprio un passo falso. Nel frattempo è aperta la collaborazione con le forze dell’ordine di altre province, per capire se ci sono state rapine simili e se gli autori sono già noti. A quanto si sa, gli indizi a disposizione di Polizia e Carabinieri sono quelli lasciati nelle due automobili ritrovate, a partire dalle impronte, un’impronta di scarpa con carro armato sul terreno in prossimità del parcheggio di Pasa, i testimoni oculari e le registrazioni della video sorveglianza.

I quattro rapinatori hanno agito a volto scoperto, una scelta singolare ma che potrebbe essere motivata proprio dall’aver messo fuori uso l’impianto prima di far scattare la rapina. Di sicuro la banda conosceva bene il programma dei fratelli Zaccaria. La procura spera anche che il guatemalteco rinchiuso a Baldenich decida di parlare, fornendo le indicazioni necessarie ad arrestare anche gli altri tre complici, che pare possano essere di nazionalità messicana. Nonostante l’ordine di mantenere il silenzio stampa, tra le forze dell’ordine coinvolte circola un moderato ottimismo, come ad indicare che il percorso per arrivare ad incastrare la banda è a buon punto e la chiusura dell’operazione potrebbe essere una questione di giorni.

Argomenti:rapinagioielli

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi