Truffa del “postagiro” a un giovane bellunese: due le denunce
ALPAGO. Mette in vendita su internet un treno di gomme, ma gli acquirenti riescono a farsi pagare l’importo anziché sborsarlo. Il “postagiro”, di fatto, era una truffa.
I carabinieri dell’Alpago sono riusciti a ricostruire le fila di questo ennesimo raggiro sul web ai danni di un ignaro bellunese e hanno così denunciato due persone. Si tratta di E. A., 60 anni, residente in provincia di Parma e F. M., trentenne originario del Bangladesh, ma residente a Padova, quest’ultimo titolare di una carta prepagata.
La truffa era stata denunciata da L.D.F., 26enne dell’Alpago. Il giovane è andato dai carabinieri a raccontare la storia della truffa subitari, agli inizi di giugno.
Il parmense e lo straniero il 10 giugno scorso hanno ricevuto 500 euro dalla persona offesa attraverso l’accredito che quest’ultima ha effettuato loro su una carta prepagata. Strano: ma non era l’alpagoto a dover incassare?
Già, ma la truffa del postamat è proprio questa. Ecco com’è andata. Il venditore viene invitato dagli acquirenti a recarsi a uno sportello Atm postamat per ricevere l’accredito sul proprio bancomat. L’ignaro alpagoto, inserendo la propria tessera nello sportello e seguendo le indicazioni dettate al telefono dal finto compratore, crede di procedere all’incasso della cifra concordata. In realtà, il presunto “vaglia online” non è altro che un accredito sulla prepagata degli acquirenti, grazie a un codice segreto che spesso coincide con la somma pattuita.
Nello specifico, storia vuole che il 26enne pubblichi sul sito internet “subito.it” un annuncio di vendita di quattro pneumatici per 500 euro e che per questo articolo abbia ricevuto alcune proposte. Il bellunese viene contattato dal parmense che, con l’altra persona coinvolta (titolare della scheda prepagata) millantava di essere un “intermediario home banking”.
Alla parte offesa, dopo aver pattuito gli importi, viene proposto un metodo di pagamento: il parmense fa credere al 26enne che avrebbe utilizzato un sistema di pagamento sicuro chiamato “postagiro”. Questo sistema prevedeva che il venditore dovesse recarsi a uno sportello Atm per attivare il sistema di riscossione attraverso il codice che gli aveva fornito il truffatore. In realtà il giovane non era reso conto che, anziché ricevere denaro, cliccando su “ricarica” avrebbe ricaricato la carta di credito del truffatore. —
Cri.Co.
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