Truffa dello specchietto l’imputato risarcirà per evitare la condanna
BELLUNO. Meglio il risarcimento di una condanna. Portato a processo per la truffa dello specchietto, il pugliese Giuseppe Rasizzi Scalora ha proposto 3 mila euro alla propria vittima. Tutto per farle ritirare la querela. Nell’udienza di ieri mattina, davanti al giudice Coniglio era prevista la discussione e il pubblico ministero Gulli avrebbe senz’altro chiesto mesi di reclusione, ma la difesa ha proposto questa soluzione e il tribunale ha rinviato.
Quattro anni fa, l’uomo si era visto sequestrare una mola da arrotino e una sostanza che si usa per affilare i coltelli, ma che a lui serviva per mettere a segno la truffa. Il 30 aprile 2015 Rasizzi Scalora ci ha provato nel parcheggio dell’ospedale San Martino di Belluno. Era alla guida di un suv Bmw X3 bianco e ha aspettato che una donna invalida al 58 per cento salisse sul suo quadriciclo, per seguirla fino a via Feltre e accusarla di avergli danneggiato uno specchio retrovisore. Un segno bianco su quello della donna c’era, ma da parte sua la certezza di non aver provocato danni a nessuno.
L’uomo le ha chiesto 50 euro di risarcimento, mettendola parecchio sotto pressione e si è sentito rispondere che era preferibile chiamare l’assicurazione. La commessa di un negozio si è accorta di tutto, memore anche di una disavventura simile capitata in passato al proprio nonno, e ha preso il numero di targa del grosso veicolo, prima di chiamare il 113.
La polizia rintraccerà Scalora alla Rossa, nella zona dei centri commerciali. Sequestrati mola e panetto di gesso e portati in Questura Rasizzi Scalora e una passeggera, che non è stata ritenuta una sua complice. —
G.S.
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