Tuffo a Jesolo, 18enne bellunese rischia la paralisi

Bravata nella notte, gravissime le condizioni del ragazzo. Operato d'urgenza  a Mestre
Un pontile di Jesolo
Un pontile di Jesolo

JESOLO.  Un tuffo nella notte con gli amici diventa una tragedia per un 18enne di Belluno che si trovava in vacanza al lido di Jesolo. Il gruppo di ragazzi, dopo aver trascorso la notte in giro al lido tra i locali, si è recato sull’arenile, poco lontano da piazza Mazzini.
L’atmosfera goliardica, magari dopo un po’ di baldoria tra le piazze del lido, li ha spinti a fare un bagno nel cuore della notte. Sembrava una bella idea per fronteggiare il caldo afoso che precedeva la pioggia della mattina presto.
Una volta in spiaggia hanno pensato dunque di fare un bagno tutti assieme nella notte per rinfrescarsi. Uno dei giovani è corso sul pontile. L’acqua era invitante, uno specchio argenteo leggermente increspato dalla brezza. Nel buio non ha immaginato che l’acqua fosse alta non più di un metro. Probabilmente non ci ha neppure pensato un attimo. Ha spiccato un salto dall’estremità della struttura di legno e dopo il contatto con l’acqua si è insaccato il collo sulla sabbia compatta del fondo.
Un incidente purtroppo molto frequente nonostante decine di casi in questi anni. Il giovane si è tuffato nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 3.30. Una bravata che purtroppo rischia adesso di fargli perdere l’uso delle gambe. Il tuffo in acqua bassa gli ha provocato un grave trauma cervicale. Quando è riemerso gli amici che si trovavano con lui hanno capito che non riusciva a tornare a riva, dolorante e confuso, e hanno dato subito l’allarme. Lo hanno chiamato gli sono corsi incontro, ma lui non riusciva a muoversi.
Sul posto sono giunti immediatamente i sanitari del 118 che hanno accertato le condizioni molto gravi e lo hanno trasferito subito all’ospedale dell’Angelo di Mestre in stato di semi coscienza. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia del Commissariato. Il 18enne bellunese è stato operato nella notte dall’équipe di neurologia coordinata dal primario del reparto, il dottor Franco Guida. La prognosi è ancor riservata, ma il giovane rischia di rimanere paralizzato. L’ennesimo tuffo in acqua bassa e dal pontile impone una nuova riflessione sulla pericolosità di queste bravate, soprattutto nel caso di tuffi dal pontile, ma anche dalla battigia. L’acqua bassa è un pericolo incombente e adesso le categorie economiche jesolane e l’Usl 4 stanno pensando a una nuova e intensa campagna di sensibilizzazione per evitare altre tragedie in tutta la costa veneziana.
 

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