Tumori, ora c’è il test del Papilloma virus

È partito a settembre nell’Usl 1 il nuovo screening oncologico dedicato alle donne dai 30 ai 64 anni
ospedale san martino
ospedale san martino

BELLUNO. Novità per le donne dai 30 ai 64 anni che si sottopongono al Pap-test: presto, infatti, sarà consigliato loro di eseguire anche il test dell’Hpv, cioè del Papilloma virus, il virus responsabile del tumore del collo dell’utero. Cambieranno anche i tempi di chiamata: le giovani dai 25 ai 29 anni saranno chiamate solo per il Pap-test ogni tre anni, mentre il test dell’Hpv sarà raccomandato a tutte le donne tra i 30 e i 64 anni, ogni cinque anni.

Le prime lettere sono già state spedite. Come da protocollo regionale, il passaggio al test del Papilloma virus avverrà nell’arco di cinque anni e riguarderà tutte le donne residenti di età compresa tra i 30 e i 64 anni. La fase di transizione prevede che quest’anno vengano chiamate al test Hpv le donne dai 50 ai 64 anni; nel 2016 quelle dai 46 ai 64 anni; nel 2017 dai 41 ai 64 anni; ed infine dal 2018 in poi, entrati a regime, verranno chiamate al test Hpv tutte le donne dai 30 ai 64 anni.

«È noto che le alterazioni al collo dell’utero sono causate dal Papilloma virus o Hpv», dicono dall’Usl 1, «e così è stato messo a punto un test specifico per ricercarlo, che si è dimostrato ancora più efficace del pap-test nella prevenzione dei tumori del collo dell’utero. Con questo metodo si può ridurre del 60% -70% la comparsa dei tumori invasivi rispetto al normale screening».

Il programma di screening inviterà sempre più donne a sottoporsi al test Hpv, fino a che tutte saranno passate alla nuova metodica di indagine. Il pap-test non perderà completamente la sua validità, perché resterà sempre indicato per le donne più giovani, fra i 25 e i 29 anni. Infatti, la ricerca dell’Hpv, rilevando anche lesioni destinate a regredire spontaneamente, in questa fascia d’età porterebbe ad esami e trattamenti non indispensabili.

«Le donne quasi non si accorgeranno di questo cambiamento: riceveranno sempre l’invito a casa, l’esecuzione del test sarà simile a quella del Pap-test, poi l’esito sarà spedito tramite lettera», fa sapere l’azienda sanitaria. «L’unica variazione sarà il tempo che passerà da un prelievo all’altro: se l’esito sarà negativo, la successiva chiamata non sarà più dopo tre ma dopo cinque anni, con conseguente risparmio di tempo per le interessate, vista la minore frequenza con cui sarà necessario sottoporsi al test. L’introduzione del test Papilloma virus consentirà di diminuire da 14 a 9 gli episodi di screening nella vita di una donna, avendo comunque una sicurezza maggiore».

Per informazione si può chiamare la Centrale Operativa dello screening (0437 514506) dal lunedì al venerdì (10-12) o scrivere mail a: centrale.screening@ulss.belluno.it.

Paola Dall’Anese

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