Turbo, i periti in contrasto e il tribunale nomina il suo

Moreschi in disaccordo con Schenardi: «Non si muore di placche pleuriche» Il processo per l’amianto riprenderà il 9 marzo. Increduli i quattro lavoratori: uno di loro si è chiesto, a voce bassa se per caso non dovesse ritenersi fortunato ad averle nei polmoni queste placche pleuriche

PIEVE D’ALPAGO. Due periti non bastano. Ci vorrà quello del tribunale, per stabilire se le placche pleuriche dei quattro lavoratori della Turbo di Pieve d’Alpago sono una malattia oppure no. Il giudice Antonella Coniglio ha dovuto nominare di persona il medico legale Antonello Cirnelli, dopo aver registrato il completo disaccordo tra il consulente dell’accusa Carlo Schenardi e il collega della difesa Genoria, Carlo Moreschi, che ha illustrato la sua perizia, nell’udienza di ieri pomeriggio. Il processo è stato aggiornato al 9 marzo alle 14, quando Cirnelli giurerà e si prenderà tutto il tempo necessario. Intanto, l’avvocato Mario Mazzoccoli ha rinunciato all’altro suo consulente.

Gli imputati per lesioni colpose gravi e violazione del decreto presidenziale 303 del 1956, che attribuisce ai principali, ai dirigenti e ai preposti la responsabilità di spiegare ai lavoratori a quali rischi sono esposti e le relative norme di prevenzione sono Giovanni Boschetti, 72 anni, amministratore delegato e direttore tecnico della Turbo, dal 1987 al 1990 (difeso da Massimiliano Paniz); Wilmer Genoria, 53 anni, consigliere e amministratore delegato tra il 1990 e il 1995 (Massimo Montino) e Ivan Genoria, 48 anni, consigliere e vicepresidente di Turbo tra il 1990 e il 1994 (Mazzoccoli). Mentre le parti civili sono gli ex lavoratori Damiano Bof, Adriano e Walter Peterle e Flavio Bortoluzzi (Marinella Pasin), l’Associazione italiana esposti all’amianto (Edoardo Bortoletto) e la Fiom (Paolo Serrangeli).

Mentre Schenardi aveva descritto le placche come bombe a orologeria dovute all’esposizione all’amianto, che ci mettono anche più di vent’anni a caricarsi di esplosivo, ma quando esplodono possono diventare dei tumori non solo al polmone, ma anche al rene e perfino all’occhio, per Moreschi «non si possono definire patologie maligne. Non si muore per colpa loro e il tumore mesotelioma ci può essere anche senza il loro contributo». A parte questo, le placche sono collegate all’amianto, questo bisogna dirlo. Mentre il consulente della difesa parlava, nello spazio riservato al pubblico cresceva l’incredulità, tra i lavoratori. Uno di loro si è chiesto, a voce bassa se per caso non dovesse ritenersi fortunato ad averle nei polmoni queste placche pleuriche.

A parte questo retroscena, che naturalmente non incide sull’andamento del processo. Coniglio ha dovuto provvedere alla nomina del suo consulente. Cirnelli dovrà cercare di togliere i dubbi, prima della discussione.

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