Turismo, Federalberghi rivendica il proprio ruolo: «Senza di noi non si fa nulla»
Trevisan chiede agevolazioni fiscali e meno burocrazia e lancia una proposta per riuscire a recuperare risorse
L’incontro di ieri organizzato da Federalberghi
BELLUNO.
«Noi albergatori siamo e ci sentiamo il centro del turismo: senza di noi non ci può essere turismo e non si possono fare scelte per questo settore». È chiara la posizione espressa ieri mattina dal presidente di Federalberghi, Gildo Trevisan, nel corso dell'incontro organizzato dall'associazione con i tre consiglieri veneti, i parlamentari locali e l'assessore provinciale Alberto Vettoretto. «Lo riteniamo il primo di una serie di incontri per monitorare la situazione».
Un vertice positivo sia per i politici che per gli albergatori: «Abbiamo ribadito come la nostra associazione sia l'unica trasversale che rappresenta l'intero territorio», dice Trevisan. «I risultati in termini commerciali e competitivi del comparto derivano da una serie di azioni, a cominciare dalla possibilità di avere il credito agevolato. In questo senso, il fondo di rotazione di 50 milioni disposto dalla Regione per gli alberghi è positivo».
Ma questo non basta. «Dobbiamo pensare in grande, coinvolgere i neo laureati in scienze turistiche, scienze della comunicazione o informatica per creare un giovane e aggressivo gruppo di lavoro che trovi casa nel Consorzio Dolomiti. Chi di dovere deve capire che il consorzio deve essere potenziato con giovani venditori da inviare in tutto il mondo. Venditori che possano disporre on-line di dati certi su disponibilità e prezzi alberghieri. L'informatizzazione diffusa di tutte le imprese alberghiere bellunesi è strategica: per questo serve l'Adsl».
Secondo Trevisan «si deve aumentare la domanda tramite incentivi. Se quest'inverno avessimo potuto garantire 100 euro di contributo per ogni turista che trascorreva la settimana bianca in periodo di bassa, avremmo mitigato o addirittura azzerato il calo di presenze».
Ma Federalberghi propone anche una terza via di finanziamento, su cui si sta lavorando: «L'intento è creare centri benessere finanziati dal mercato immobiliare, ma per questo i Comuni devono consentire gli aumenti volumetrici per le aziende alberghiere, dove realizzare mini appartamenti che potranno essere venduti sul mercato. I proventi ottenuti potrebbero essere investiti nell'adeguamento delle strutture alle norme antincendio o nelle riqualificazioni alberghiere, con tanto di centri benessere. Così facendo, potrebbe essere fornito un aiuto finanziario per il rilancio dell'offerta di alloggi con la formula molto richiesta dell'apparthotel, che nel nostro territorio è ancora insufficiente. Insomma, vorremo portare all'attenzione di Venezia il "caso Belluno". Su questo ci stiamo già muovendo con l'Ascom e l'Ordine degli architetti e degli avvocati».
In materia di risorse, gli albergatori hanno chiesto che il 10% del fondo Brancher venga destinato alle imprese turistiche locali, attraverso un progetto concertato coi Comuni e portato dentro al Consorzio Dolomiti.
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