Turismo, servono soldi per i manager

Il sindaco di Livinallongo propone di dividere i 200 mila euro annui tra i Comuni (due terzi) e tra gli enti privati (un terzo)
BELLUNO. Il piano di marketing territoriale del valore di 5,5 milioni di euro, presentato qualche tempo fa dall’Eurac, deve diventare realtà e per farlo un ruolo preminente lo avrà la Dmo. Che dovrà individuare delle figure professionali, dei manager, in grado di gestire il progetto e che saranno scelti grazie ad un bando pubblico. Ma chi pagherà questi manager? Questo è il nodo della vicenda: non si può, infatti, attingere ai 5,5 milioni di euro del piano, quindi tutti gli attori presenti all’interno dell’ente turistico provinciale dovranno versare una quota.


Si parla di 200 mila euro l’anno per tre anni, a partire dal 2018. Ma scegliere chi deve mettere i soldi diventa difficile in un momento in cui i Comuni sono alle prese con bilanci risicati e così pure i soci privati, vale a dire le associazioni di categoria e i consorzi di vallata.


A provare a fare un po’ di sintesi e ad iniziare a ragionare sul serio sull’argomento è il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones che ha già preparato uno schema di contributi che sarà presentato domani nel corso dell’assemblea dei soci della Dmo che si svolgerà a partire dalle 14.30. «Siamo al dunque, e giocoforza si dovrà mettere mano al portafoglio», esordisce il primo cittadino. «I tempi delle discussioni e delle critiche gratuite sono finiti. Siamo circondati da colossi turistici e proprio per questo l’impegno dev’essere ancora maggiore per evitare di essere schiacciati. Dobbiamo rendere quindi operativa la Dmo e attuare questo corposo piano marketing che è un’occasione unica, mai capitata prima, grazie alla sensibilità e attenzione dei Comuni, che sta generando grandi aspettative, fiducia e anche un po’ di entusiasmo nel settore».


«Lunedì in assemblea», prosegue Grones, «andremo a discutere una proposta di ripartizione dei costi annuali di 200 mila euro che nella prima versione prevedeva un riparto in parti uguali tra pubblico e privato: ora, dopo le difficoltà rappresentate dai privati nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione dell’ente turistico provinciale, ho cercato di rimodulare, ripartendo l’importo per due terzi a carico di Comuni e Camera di commercio e il rimanente a carico dei privati, suddivisi tra consorzi turistici e associazioni di categoria. Se gli enti pubblici dovranno mettere complessivamente 134 mila euro, in base al peso delle presenze turistiche - per cui chi ha più turisti dovrà pagare di più - dall’altro i soci privati dovranno mettere complessivamente 66 mila euro divisi in parte uguali tra associazioni di categoria e consorzi di valle. Quanto toccherà a ciascuno dei membri di ogni gruppo si deciderà lunedì. Credo che sia necessario andare avanti a grandi passi, per poter pubblicare il bando per la ricerca del manager già entro quest’anno. In questo modo si potrà dare il via al piano di marketing territoriale già dai primi giorni del 2018. Non possiamo perdere tempo».


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