Turismo, una ripresa che non decolla: in dieci anni perse 1,4 milioni di notti

Lieve risalita nel 2021 ma il comparto resta in forte sofferenza. Cortina si conferma ai vertici, Agordino e Zoldo in crisi

Alessia Forzin

BELLUNO. In dieci anni la provincia di Belluno ha perso un milione e quattrocentomila turisti. Dai 4.253.432 di presenze del 2011, infatti, si è passati ai 2.848.056 del 2021. È vero che in mezzo c’è stata una pandemia che ha pesantemente danneggiato il settore, che gli impianti di risalita sono rimasti chiusi nell’inverno 2020/2021 e che gli sciatori costituiscono un segmento importantissimo per tutto l’indotto, ma la curva era in calo da anni. Ben prima che arrivassero il virus e i conseguenti lockdown.

Precisamente dal 2013, con una lieve risalita nel 2015 e nel 2016, ma non sufficiente per tamponare un’emorragia che ha visto protagonista la sola provincia di Belluno. La Regione, al contrario, ha visto le presenze aumentare in maniera costante: 60,8 milioni nel 2010, 61 e mezzo nel 2013, e poi 63,2 nel 2015. Nel 2017 e 2018 in Veneto si è superata quota 69 milioni di presenze, nel 2019 (ultimo anno di riferimento pieno, senza restrizioni ai viaggi) 71.236.629.

REGIONE IN SALITA, PROVINCIA IN CALO

Nello stesso arco temporale la provincia imboccava una china discendente. Dai 4.352.509 di presenze del 2010 è passata a 3.987.658 nel 2013 e a 3,7 milioni nel 2014. Lieve risalita nei due anni successivi, poi un altro calo per assestarsi sui 3.744.708 di presenze nel 2019.

Il Covid ha fatto perdere un milione di presenze. E il 2021 non segna quella risalita attesa e auspicata: da 2.816.691 di presenze del 2020, il Bellunese è arrivato solo a 2.848.056 nel 2021. La Regione invece ha recuperato: dopo aver dimezzato le presenze nel 2020 (da 71 milioni a 32,4), nel 2021 è risalita a 50,6 milioni.

BELLUNO COLPITO MA NON AFFONDATO

Meglio ancora ha fatto il comune di Belluno, in crescita costante: 101 mila le presenze turistiche nel 2010, 119 mila nel 2012, per arrivare a 129.758 nel 2015, 143.169 nel 2016, 160.377 nel 2017, 169.303 nel 2018, 175.193 nel 2019. Nel 2020 il Covid ha dato uno schiaffo al turismo, ma Belluno ha saputo reggere (124.806 presenze), e nel 2021 è risalita a 157.915. «Numeri ancora lontani dal 2019, ma i dati dimostrano che la città è attrattiva e i turisti arrivano, quando possono farlo», evidenzia l’assessore di riferimento Yuki d’Emilia.

MANCANO GLI STRANIERI

A livello provinciale a pesare nel 2020 e 2021 è stata anche l’assenza drammatica degli stranieri. Se nel 2019 hanno garantito oltre un milione e 400 mila presenze, nell’anno della pandemia quel numero è sceso a 567 mila. E nel 2021 è risalito appena, a 723.255, che significa comunque metà rispetto al 2019.

La tenuta del sistema si deve agli italiani, che si sono riversati in massa in montagna soprattutto nell’estate 2020 (1,3 milioni di presenze solo fra giugno e settembre) e 2021 (1,5 milioni di presenze, a fine anno 2.280.157). Non male anche i dati di dicembre 2021, con la riapertura degli impianti da sci dopo un inverno di fermo imposto dalla prevenzione del Covid.

Dando uno sguardo alle provenienze dei turisti stranieri, sono venuti a mancare i russi (28 mila nel 2019, solo 2.500 nel 2021), ma anche i brasiliani (da 15.517 presenze a 1.497), cinesi e giapponesi (da quasi 31 mila presenze a 2.600), gli australiani (20 mila presenze nel 2019, appena 931 nel 2021). Anche in questo caso, le restrizioni agli spostamenti hanno influito.

Tedeschi, austriaci, francesi e spagnoli non si sono dimenticati della provincia di Belluno nel 2021, pur con numeri nettamente inferiori a quelli del 2019, mentre sono diminuiti sloveni, ungheresi, rumeni, svedesi, e gli inglesi, passati dalle oltre 85 presenze del 2019 alle 12 mila del 2021.

CORTINA REGINETTA, AGORDINO IN CRISI

I dati dell’ufficio statistica della Regione, su base Istat, raccontano che a livello provinciale è sempre Cortina la regina del turismo, con 719 mila presenze e 192 mila arrivi nel 2021. Una crescita rispettivamente del 3% e del 16% rispetto all’annus horribilis, il 2020. I numeri del 2019 sono ancora lontani, ma il sindaco Ghedina è ottimista: «Le Olimpiadi stanno accendendo una grande attenzione sul nostro territorio», dice. «C’è grande interesse anche dalla platea internazionale per Cortina, registriamo anche uno spostamento di turisti da Saint Moritz a Cortina. Nel 2021 i flussi sono stati buoni, ma più legati alle seconde case. Le previsioni invece sono molto buone: i primi dati del 2022 ci riportano a quelli che avevamo nel 2019».

Sul secondo gradino del podio c’è Auronzo, fra le destinazioni più frequentate dell’estate 2021, poi Livinallongo, che mostra invece segni di sofferenza, come tutti i comuni turistici dell’Agordino. Gli unici che non solo non sono riusciti a recuperare i turisti persi nel 2020, ma hanno visto i numeri calare ulteriormente. Livinallongo ha perso il 27% delle presenze, Falcade il 19%, Rocca Pietore il 21%, Alleghe il 19%, Selva il 22%. Numeri negativi anche per Val di Zoldo, che perde quasi 28 mila presenze e tremila arrivi rispetto al 2020.

«Nel 2021 praticamente non abbiamo avuto la stagione invernale», analizza il sindaco di Livinallongo Leandro Grones. «Stagione che per noi vale il 60% delle presenze turistiche. Ecco perché stiamo lavorando molto per diversificare l’offerta e migliorare quella turistica estiva. Grones evidenzia anche la necessità di migliorare la raccolta dei dati su arrivi e presenze: «Dovrebbero arrivare in tempo quasi reale per verificare se le strategie di marketing stanno funzionando», afferma, «non possiamo più permetterci di perdere tempo e risorse».

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