Turisti imprudenti in montagna, stangata della Regione

Il governatore Zaia promette di inasprire le tariffe per le chiamate al 118 delle persone illese e soltanto stanche
Conferenza stampa sulle attività del Soccorso Alpino con la presenza di Luca Zaia
Conferenza stampa sulle attività del Soccorso Alpino con la presenza di Luca Zaia
BELLUNO .
Presidente, ma lo sa che domenica pomeriggio – incalziamo Luca Zaia – sul sentiero che sale al rifugio Coldai, sotto il Civetta, c’erano due persone che stavano tentando d’incamminarsi, una con una stampella e un’altra con due? È passato accanto a loro un fisioterapista e li ha invitati a tornare indietro, anzi a fermarsi. Ha fatto male?


«No, benissimo», risponde il presidente della Regione. «Mi fanno arrabbiare queste cose. E proprio per questo ho deciso che la Giunta regionale del Veneto, in una delle prossime sedute, inasprirà le sanzioni per gli escursionisti che, in montagna, chiameranno l’eliambulanza per motivi futili, non sanitari».


Accade che si chiami l’elicottero anche se si è soltanto stanchi.


«Pagare, pagare. L’inasprimento sarà radicale. Già oggi si paga, ma in futuro molto di più» .


Gli uomini del Soccorso alpino chiedono l’assicurazione obbligatoria in presenza di comportamenti irresponsabili in quota. Il passeggio sotto le Tre Cime, ad esempio, con la ciabatta infradito.


«Non è possibile andare in montagna e non essere assicurati, essere spesso degli sprovveduti e incoscienti mettendo a repentaglio la vita dei soccorritori. Io ho l’obbligo di tutelare la vita di questi “angeli”, di curare bene i cittadini perché magari capita che si ammalino, ma non perché vanno con le ciabatte sulla Marmolada, perché quello vuol dire essere appunto incoscienti».


Quindi la Regione inasprirà i costi del recupero in quota. Ma di quanto?


«Lo raddoppieremo, probabilmente, ovviamente mi riferisco al costo dei soccorsi non sanitari. Il messaggio che deve passare è: O ti assicuri e ti metti in regola, oppure, se sei stata una persona poco previdente e ti ritrovi a chiedere l’aiuto dei soccorritori, pagherai il conto, e per giunta salato. Tra l’altro l’elicottero costa sempre di più».


Citava prima la Marmolada. Siamo ad una nuova guerra, questa volta non più dei confini, ma dei rifiuti?


«Basta con questa farsa. La Marmolada è patrimonio di tutti i cittadini. Vedere amministratori che litigano sulla proprietà della Marmolada dà uno spaccato triste della pubblica amministrazione. Dovremmo evitare questa specie di soap opera sui confini. Condivido anch’io le rivendicazioni che fa il sindaco di Rocca Pietore per il Veneto, perché è un tema identitario e storico. Ma non intendo arrivare ai toni minacciosi di Trento. I problemi della vita sono altri da quello di mettere il picchetto sulla Marmolada».


A riguardo di Trento, lei al posto del presidente Rossi avrebbe dato l’assenso all’abbattimento dell’orsa?


«Per fortuna in Veneto non abbiano il problema dell’orso, per giunta di esemplari aggressivi e recidivanti. Riconosco che è una scelta difficile da affrontare. Qui abbiano ben altri problemi da affrontare con gli animali selvatici, cioè i lupi: qualcuno ci dica qual è la pressione sostenibile di questi branchi. Se da un lato il lupo è intoccabile, in quanto specie tutelata, dall’altra bisogna prendere atto che quasi ogni notte si verificano predazioni di agnellini, piccoli asinelli e manze. Il che significa che l’ecosistema è letteralmente andato in tilt. Se la pressione di questi animali non va oltre la misura, la convivenza è possibile».


Lei sa, comunque, che l’orso Francesco, figliato dalla madre uccisa perché aggressiva, adesso è di stanza in Carnia, ma ripetutamente attraverserebbe il Cadore.


«Intanto è in Friuli. Io penso che il tema del contenimento dell’orso sia un tema reale. Spero che non si presenti il problema anche qui in Veneto. Del resto mai fasciarsi la testa prima di andare in ospedale. È inutile pensare che abbiamo un orso aggressivo che tornerà qui e assalirà i cittadini. Abbiamo un territorio che è ben coltivato e penso che la pressione di questi animali su questo territorio non va oltre una certa soglia, ci possa essere una convivenza. È ovvio che, come accade per il lupo, oltre una certa misura i danni ci sono e sono reali».


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