Turni da sei ore all’Acc: si parte ad aprile
MEL. Potrebbe partire già ad aprile la sperimentazione dei turni di sei ore per tutti i 400 lavoratori dell’Acc Wanbao di Mel. Ieri i sindacati di categoria, insieme alle rsu, hanno spiegato ai lavoratori, nel corso delle assemblee, le proposte emerse dal confronto con l’azienda. Proposte che non hanno entusiasmato i dipendenti.
Oltre alla possibilità di passare da 40 a 30 ore settimanali, con turni di sei ore (un’operazione pensata per passare dai 130 esuberi iniziali a quota 70), l’azienda ha messo sul piatto anche incentivi alla mobilità, per i lavoratori che decideranno di lasciare volontriamente il posto di lavoro: 15 mila euro andranno a chi uscirà entro fine aprile, 13 mila per chi lo farà entro la fine di maggio.
«L’esperimento dei turni a orario ridotto potrà essere fatto fino a settembre, fino a quando, cioè, sarà attiva la cassa integrazione straordinaria. In questo lasso di tempo i dipendenti potranno lavorare sei ore, ma saranno pagati per otto, perché i 120 minuti che avanzano arriveranno dalla cassa», precisa Mauro Zuglian della Fim Cisl.Una volta cessati gli ammortizzatori, si dovrà valutare se i lavoratori potranno, a livello normativo, passare dalle 40 ore settimanali previste da contratto alle 30.
«Se tutti i dipendenti lavorassero otto ore», aggiunge Ziuglian, «nella fabbrica di Mel potrebbero essere prodotti 3 milioni di compressori, 500 mila in più di quelli previsti dall’azienda. Se invece si dovesse passare alle sei ore, i pezzi prodotti si aggirerebbero intorno a quota 2 milioni. In tal caso, per raggiungere i 2,5 milioni di compressori previsti, sarebbero necessarie delle ore straordinarie».
Resta, però, il problema dell’incentivo, che per i lavoratori appare decisamente inadeguato. « A dire la verità, la proposta iniziale da parte del gruppo cinese era di 8 mila euro, poi è salita grazie all’intervento dei sindacati. Comunque sia, la quota messa a disposizione dall’azienda (dai 15 ai 13 mila euro) potrebbe andare bene se riferita a un giovane o a una persona vicina alla pensione. Ma ciò non vale per un lavoratore over 50», precisa Giorgio Bottegal, rsu della Fiom Cgil.
«Resta sul tavolo la possibilità per una sessantina di dipendenti di fare il part time a 4 ore, che permetterebbe di ridurre ulteriormente gli esuberi», sottolinea Zuglian.
La settimana prossima i sindacati torneranno alla carica con l’azienda per capire quanti dipendenti intendono aderire a questi scivoli e per cercare di redarre il calendario dei turni da sei ore. Una settimana, quindi, che si preannuncia torrida, vista la posizione del gruppo Wanbao, non più intenzionato a cercare ammortizzatori per evitare gli esuberi. Urge, quindi, trovare i volontari alla mobilità e partire con l’esperimento delle sei ore. (p.d.a.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi