Tutta l’area di Lambioi resta al Demanio
BELLUNO. Il demanio ha detto no. Le vette attorno a Cortina, i torrenti, i laghi, Corso Italia (solo per citare alcuni luoghi) restano al demanio dello Stato o al demanio idrico, non verranno ceduti al Comune ampezzano che li avrebbe voluti. E come questi beni, anche molti altri sono stati ceduti o negati da parte del demanio agli enti locali bellunesi o alla Regione a seconda di chi aveva presentato la domanda.
È stato diffuso ieri l’elenco dei beni di cui il demanio si è occupato, per rispondere alle richieste. Ci sono voluti diversi anni per completare le istruttorie e in questi giorni stanno arrivano in provincia i pareri positivi o negativi emessi dal demanio. Molti più i no che i sì, a dire il vero.
Per quanto riguarda Belluno passano al Comune i rifugi di protezione antiaerea di Borgo Piave e di via Vittorio Veneto e un terreno in via Calbo. Auronzo guadagna uno sbarramento difensivo, Calalzo un terreno dell’ex ferrovia delle Dolomiti trasformato in strada comunale, Castellavazzo un tratto di ex alveo a Codissago. Diverse le strutture passate dal demanio al Comune di Comelico Superiore: la casermetta Baldissarutti, la strada militare Pian della Mola - Passo Silvella, la strada militare Casera Campo Trondo - Selva Piana, la strada militare Ponte Rio Cavallo - Ponte Torrente Digon, la casermetta Cima Frugnoni, la casermetta di Pianformaggio e alcune fortificazioni.
Di fronte alla grande varietà di richieste avanzate da Cortina, gli sono stati dati il rifugio Biella alla Croda del Becco, il diritto di superficie di terrazze sopra la stazione, e una porzione di terreno dove sorge lo stadio di curling e la bocciofila.
Alla Regione del Veneto è andata l’ex caserma Bianchin a Pian Cansiglio. Al comune di Feltre la galleria Romita, diversi terreni, anche un tratto di ex alveo del torrente Uniera.
Importanti anche le cessioni che riguardano il Comune di Longarone che acquisisce l’area della Fiera, l’immobile dell’ex ufficio postale e Pro loco, un tratto dell’ex greto del Piave a Pian di Vedoia.
Lorenzago si vede assegnare il rifugio Miaron al passo Mauria, una strada militare, mentre a Lozzo arriva l’ex forte Col Vidal.
Pieve di Cadore si ritrova con alcuni fabbricati e la presa l’acqua all’ex forte Montericco. Molti beni del ministero della Difesa passano al Comune di Santo Stefano di Cadore.
Ma sono soprattutto molti i dinieghi dati dal demanio: Belluno non ha ottenuto la proprietà della zona di Lambioi, dove ci sono il parcheggio di Lambioi, il viale dei Dendrofori e il parco Emilio. Restano al demanio idrico anche la spiaggia sul Piave e la zona del campo sportivo di Borgo Piave.
Lo stato non si priva della ex caserma Tasso, il ministero dell’interno si tiene la strada davanti alla Fantuzzi. Cortina ha l’elenco più lungo di rifiuti: Corso Italia, marciapiedi lungo la 51, case cantoniere, vari terreni, il terreno su cui si trova il forte Intra i Sass, i torrenti, i laghi, le montagne, i rifugi Cantore e Lorenzi, la stazione intermedia della seggiovia Staunies - Cristallo, il sedime della ex ferrovia delle Dolomiti, edifici lungo la ex ferrovia delle Dolomiti, sia in uso che in disuso, la caserma di Cimabanche, edifici vicino all’Ossario che il ministero della Difesa non cede.
Feltre non ottiene la ex caserma Zannettelli, il poligono di tiro, molti terreni e altro ancora.
Santo Stefano di Cadore deve rinunciare alla ex caserma Calbo.(ma.co.)
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