Tutti gli errori di Alberto Angela sulle Dolomiti: dal Sella al bene misto
BELLUNO. Alberto Angela ha la capacità di spiegare con parole semplici concetti che non lo sono, rendendoli accessibili a tutti. Per riuscirci forse è necessaria qualche licenza, ma gli errori commessi nel programma “Meraviglie” sulle Dolomiti sono numerosi e in alcuni casi notevoli. Anche dimenticare il territorio che comprende la maggior estensione del sito tutelato dall’Unesco è un errore, ma per evitare sterili campanilismi è più opportuno concentrare l’attenzione sulle informazioni scientifiche sbagliate. Ad elencarle è un gruppo di geologi che da sempre studia le Dolomiti.
Il primo errore è clamoroso: i sistemi sono nove e Angela non li cita mai, ma il servizio si apre con Sasso Lungo e Sella che sono fuori dal patrimonio Dolomiti Unesco. Secondo errore macroscopico: l’aspetto antropico (insediamenti e infrastrutture) è fuori dal bene Patrimonio dell’umanità, l’Unesco ha premiato il paesaggio e la geologia delle Dolomiti e dentro i confini del patrimonio dell’umanità di sicuro non ci sono “villaggi” come li chiama Angela; dunque le Dolomiti non sono un bene misto, ma un sito naturale seriale.
Angela fissa l’inizio della serie geologica dolomitica a 230 milioni di anni fa, ma la serialità del bene esprime ben 300 milioni di anni di storia. Incompleto anche il discorso sul mare “profondo centinaia di metri” e sulla formazione degli atolli: il mare aveva bracci profondi centinaia di metri e un arcipelago di isole biocostruite. Queste isole (prevulcaniche) erano composte prevalentemente da batteri, organismi incrostanti e rarissimi coralli. Dopo lo sconvolgimento vulcanico medio triassico (Ladinico) le isole biocostruite riprendendosi dalla crisi, svilupparono associazioni biologiche più simili alle scogliere attuali dove i coralli ebbero un peso maggiore (ma questo avviene nel Carinico decine di milioni di anni dopo) e non spiega perché le isole biocostruite crebbero sviluppando pareti di centinaia di metri.
Angela dice anche che nel Triassico le Dolomiti si trovavano all’altezza dell’attuale Malta, mentre la posizione corretta è all’Equatore. Il servizio mostra delle piante fossili in matrice marnoso arenacea marroncina, dicendo che si sono conservate perché ricoperte da materiali vulcanici come a Pompei. A giudicare dal sasso, i geologi fanno notare che sembrano più piante anisiche (i vulcani non erano ancora arrivati) e la conservazione è avvenuta in ambienti marini con poco ossigeno. Le impronte di rettili sono riferibili al Permiano superiore, ma Angela nell’argomentazione non abbandona il Triassico. Il Triassico, il Giurassico e il Cretacico sono Periodi non Epoche.
La frase: “Se riempissimo le Dolomiti con il mare la geografia tornerebbe la stessa del Triassico” è sbagliatissima. Angela avrebbe voluto dire che le Dolomiti, meno deformate di altri contesti alpini, hanno potuto conservare perfettamente le geometrie di interi ambienti del passato remoto della terra (paleo ambienti inscritti nel paesaggio attuale). Infine il porfido è un accumulo piroclastico (nubi ardenti che fuoriescono in regime esplosivo – freatomagmatico) più che una colata lavica.
Il dubbio maggiore sta nell’origine degli errori: Angela ha visitato il Muse, dove gli esperti non mancano, possibile che non abbia ricevuto le informazioni corrette?
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