«Tutti i nostri progetti andranno avanti»

L’assessore Verocai pensa positivo: «I contributi del fondo Brancher e dell’accordo di programma esulano dal Mondiale»

CORTINA. Rabbia, amarezza e delusione. Sono questi i sentimenti che albergano nella stragrande maggioranza dei cortinesi: la Conca non ha ottenuto l'organizzazione dei Mondiali di sci 2019, assegnata alla svedese Åre per la miseria di un voto in più. Cortina incassa così l'ennesima delusione, forse la più cocente perchè probabilmente inaspettata. Ieri sera è rientrata da Barcellona una parte della delegazione col vice sindaco Enrico Pompanin in testa. Gli altri arriveranno alla spicciolata nelle prossime ore.

«C'è molta rabbia e molta delusione», spiega l'assessore all'Urbanistica e all'Edilizia Stefano Verocai, «alla quarta candidatura pensavamo davvero di poter vincere. Perdere per un voto è molto brutto. Purtroppo ha prevalso qualche meccanismo che da qui ci sfugge. Attenderemo la delegazione; poi ci riuniremo e faremo il punto sulla situazione e sui passi da intraprendere. Ai cortinesi voglio solo dire che sia il collegamento sciistico tra le Cinque Torri e Pocol e sia i lavori di messa in sicurezza dei passi dolomitici finanziati con i fondi Brancher andranno avanti. Così come andrà avanti l'accordo di programma tra la Regione e il Comune, che sblocca 100 milioni di euro da investire in stazione, sulla pista di bob e in nuove strutture ricettive. Questi progetti sono stati portati avanti al di là della candidatura ai Mondiali. Sono progetti a misura di Cortina che daranno un nuovo impulso turistico e un rilancio all'economia del paese di cui, ora più che mai, c’è bisogno».

In paese ci si interroga sul perché Cortina alla quarta candidatura non abbia ottenuto la rassegna iridata. Ma nessuno in realtà sa darsi una risposta.

«E' evidente che non ci vogliono assegnare i Mondiali», dice da Baccellona Enrico Ghezze, presidente degli Impianti a fune di Cortina, San Vito, Auronzo e Misurina, «c'è qualche disegno dietro che non abbiamo ancora capito e per il quale la rassegna viene sempre mandata altrove. In Corea per i Mondiali 2017 ci avevano promesso che, se avessimo ritirato quella candidatura, avremmo ottenuto l'edizione del 2019; una promessa che giovedì sera si è rivelata una bufala galattica. Ora siamo ancora tutti delusi e la percezione è che possiamo migliorare il dossier quanto vogliamo ma i Mondiali non li prenderemo mai. Dobbiamo metabolizzare la sconfitta, analizzare cosa è andato storto e poi vedere come ripartire, per dare rilancio al paese».

Sconfitta che fa male anche ai vertici nazionali dello sci: «La sconfitta di Cortina non è indolore», dichiara da Barcellona il presidente della Fisi, Flavio Roda, che in Corea ritirò la candidatura ampezzana, «perché rappresenta la vittoria del business nei confronti dello sport. Cortina questa volta non poteva fare di più e ha lavorato bene sia sul territorio e sia coinvolgendo tutte le istituzioni e il mondo dell'imprenditoria. La presenza del Governo, della Regione Veneto, del Coni, degli imprenditori cortinesi rappresentati da Montezemolo la dicono lunga su come il Comitato organizzatore sarebbe riuscito, in collaborazione con la Fisi, a trasformare il Mondiale italiano in un'occasione per il rilancio dello sport in montagna. L'Italia ne ha bisogno e ne ha bisogno tutto il mondo sportivo italiano. Tutto ciò non sprona certo ad impegnarsi credendo negli ideali puri dell'agonismo perché si corre il rischio di buttare energie al vento e ricavare solo amarezze. E' una sconfitta per tutto lo sport del Paese».

Alessandra Segafreddo

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