«Tutti insieme a sostegno della sanità»

L’appello dei sindaci dell’Usl 1. Massaro: «Entro la fine di giugno un documento unitario da presentare in Regione»

BELLUNO. Al bando i campanilismi, è arrivato il momento di fare squadra e ragionare tutti in ottica provinciale. È arrivato chiaro e preciso l’appello del nuovo presidente (per due anni) della Conferenza dei sindaci unitari dell’Usl 1 Dolomiti, Jacopo Massaro, eletto ieri dai primi cittadini dei due Comitati di distretto, che si sono dati anche un regolamento.

Il tema è quello dell’adozione del nuovo Piano socio sanitario regionale 2019-2023 approvato l’altro ieri dalla giunta Zaia. Nei prossimi giorni il piano arriverà all’esame della Quinta commissione che potrà esprimere un parere ed avanzare eventuali emendamenti.

A tirare in ballo l’argomento di cui da qualche settimana si sta dibattendo in provincia, è stato proprio il sindaco Paolo Perenzin che, insieme ai colleghi del Feltrino, ha deciso di lasciare, per i prossimi due anni (per poi subentrargli), al collega bellunese, la guida della Conferenza. «Stiamo entrando in una fase molto delicata con il nuovo Piano socio sanitario e le schede ospedaliere. In questo momento dobbiamo mettere in campo una difesa storica: non più la difesa dei singoli territori, ma dell’intera provincia, altrimenti non andiamo avanti. Dobbiamo superare le questioni di campanile, e fare un documento unitario da dare ai nostri consiglieri veneti, in particolare a chi siede in Quinta commissione, perché rappresenti le nostre istanze. E quindi il fatto che come Feltrino cediamo il passo a Belluno va proprio in questa direzione».

Un passo indietro che è stato accolto con favore anche dal primo cittadino di Agordo, Sisto Da Roit. «I singoli territori bellunesi hanno guardato finora al proprio orticello, e questo è stato il nostro limite, un limite che si è riversato nella ricerca di una soluzione condivisa e più ampia. Se vogliamo sopravvivere come territorio dobbiamo procedere insieme, è una via obbligata per noi tutti».

A fargli eco è arrivato anche il sindaco di San Vito, Franco De Bon che ha precisato come «o il territorio si compatta nella propria identità, o qui si cade».

A ringraziare della fiducia è stato Jacopo Massaro (che al momento del voto per il presidente si è astenuto) che ha puntato l’attenzione sulla profonda trasformazione «che stiamo attraversando e che prevede due step: il piano socio sanitario e le schede ospedaliere e territoriali. Sono passaggi fondamentali per i quali abbiamo a disposizione un’unica chance per garantire il vivere in montagna e cioè l’unità di intenti».

Massaro si è detto consapevole «che questo comporterà uno sforzo enorme per tenere tutto e tutti. E per questo tutti dobbiamo fare la nostra parte, perché nessuna area della nostra provincia ha i numeri per mantenere da sola l’assistenza sanitaria, ma soltanto in una logica di rete e valorizzazione delle eccellenze dei nostri ospedali potremo restare in piedi. Per questo è necessario, entro la fine di giugno, realizzare un documento unitario in cui segnare i paletti della nostra sanità, per garantire così parità di accesso tra tutti i cittadini del Veneto, compresi quelli della montagna. Ma per fare questo chiederemo anche alla Regione di finanziare quanto ci è dovuto, in quanto area montana appunto».

«Le nostre», ha concluso Massaro, «saranno proposte di modelli alternativi di sanità che mirano ad un’integrazione tra i servizi resi da Regione e Usl e quelli dei comuni. Dovremo armonizzare i documenti che a suo tempo sono stati fatti dai singoli territori bellunesi, e unificarli. Solo così potremo dare il via libera ad una fase nuova di confronto tra la montagna e la Regione».

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