Tutti insieme per il cuore nasce una rete d’urgenza

BELLUNO. Si chiama “Tic - tutti insieme per il cuore” il nuovo progetto dell’Usl Dolomiti per la cura e la prevenzione degli esiti invalidanti dell’infarto miocardico acuto e per l’arresto...

BELLUNO. Si chiama “Tic - tutti insieme per il cuore” il nuovo progetto dell’Usl Dolomiti per la cura e la prevenzione degli esiti invalidanti dell’infarto miocardico acuto e per l’arresto cardiocircolatorio. Il progetto biennale, del costo di 627.671 euro, sarà sottoposto all’attenzione della Fondazione Cariverona per un eventuale finanziamento, anche se l’azienda si dice pronta a sostenere parte del costo (30%). Il responsabile scientifico del progetto è il direttore sanitario, Giovanni Pittoni.

«Da tempo la nostra Usl si è impegnata nel garantire i bisogni di salute della popolazione di montagna organizzando una rete ospedaliera e territoriale che consenta la resa di prestazioni appropriate, accessibili e di qualità», dice Pittoni. «In quest’ottica si è proceduto alla ricerca di forme di impiego della tecnologia a supporto dell’attività clinica, puntando allo sviluppo della telemedicina per assicurare al paziente delle zone periferiche la stessa qualità di prestazioni anche in termini di urgenza-emergenza che gli sarebbe riservata nelle sedi centrali, per evitare inutili spostamenti e riducendo i tempi di risposta al bisogno di salute».

Lo scopo del progetto è quello di riuscire a coprire l’intero territorio con strumenti per la telerefertazione, mettendo insieme i vari soggetti deputati a queste operazioni come il 118, i pronto soccorsi, le unità operative di cardiologia di Feltre e Belluno, gli ospedali e i medici del territorio.

Tre le fasi in cui si divide il progetto: la gestione dell’infarto, la refertazione a distanza da parte dei servizi di cardiologia collegati con le unità territoriali e l’accoglienza in pronto soccorso mediante l’aggiornamento e il miglioramento della tecnologia così da ridurre al minimo la mortalità ma anche gli effetti invalidanti a volte anche gravi derivanti dall’infarto.

«Vista la problematicità del territorio montano», precisa Pittoni, «i mezzi di soccorso non sempre riescono a garantire, soprattutto nella stagione invernale, l’arrivo dell’equipaggio sanitario in tempi inferiori ai 15-20 minuti e i tempi di ricovero di tali pazienti possono avvicinarsi ai 50-60 minuti per le località più isolate. Da qui la necessità di affrontare l’aspetto relativo alla eterogeneità delle équipe per evitare di introdurre disparità di soccorso e tentare di razionalizzarlo».

Il progetto si propone di coprire il territorio bellunese con una rete di apparecchiature che permettano la trasmissione del tracciato dell’elettrocardiogramma alle sedi ospedaliere deputate alla diagnosi, sia dagli equipaggi delle associazioni di volontariato convenzionati con l’Usl sia dagli equipaggi del Suem. Questi tracciati saranno poi interpretati da parte del cardiologo assicurando così una diagnosi precoce che, sommata alle informazioni che giungono dal luogo dell’intervento, daranno la possibilità di iniziare una terapia precoce e mirata sul posto stesso di insorgenza della patologia acuta. Così si permetterà il ricovero del paziente nella struttura ospedaliera più adeguata al trattamento della patologia che può essere l’ospedale hub provinciale, ma anche di area vasta. Le unità coronariche delle cardiologie di Belluno e Feltre forniranno le indicazioni per la prima terapia e la destinazione del paziente. «La trasmissione del segnale Ecg in un territorio come quello della provincia di Belluno deve essere quanto più possibile precoce, per l’abbattimento dei tempi di diagnosi e per stabilire una corretta destinazione del paziente», precisa il direttore sanitario.

L’Usl intende acquistare e aggiornare tutta l’attrezzatura sia per le ambulanze delle varie croci del territorio sia per i pronto soccorso che ne sono ancora sprovvisti (Agordo, Pieve di Cadore e Feltre). Saranno, inoltre, acquistati anche massaggiatori cardiaci esterni che permettono di trasferire sia in elicottero che in ambulanza pazienti in arresto cardiocircolatorio continuando le manovre di rianimazione, «fatto che attualmente risulta molto difficoltoso e scarsamente applicabile».

Nei pronto soccorsi sarà aumentato il comfort del paziente sia nella fase acuta dell’infarto che nella fase di osservazione breve intensiva tramite l’acquisto di centrali di monitoraggio e monitor multiparametrici che permetteranno la trasmissione telemetrica dei segnali garantendo una maggiore mobilità ai pazienti e al personale sanitario. (p.d.a.)

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